Firma La Petizione
Sua Eminenza R.ma Card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa Vicario generale e vescovo ausiliare, mons. Alessandro Giraudo
Vicario episcopale per la Vita consacrata, padre Ugo Pozzoli
Vicario episcopale per la pastorale sul Territorio, don Mario Aversano
Moderatore Unità Pastorale 11-12, can. Mauro Giorda
Moderatore Unità Pastorale 17-19, don Alberto Savoldi
Membro del Consiglio Episcopale Mons. Mauro Rivella
Per conoscenza: Padre Giuseppe Calvano
Padre Giuseppe Danilo Palumbo
Padre Alessandro Parrella
Consiglio pastorale interparrocchiale
Parrocchia Maria Madre della Chiesa
Via Baltimora, 25
10137 Torino
Parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati
Via Pietro Cossa, 280
10151 Torino
Torino, 9 giugno 2025
OGGETTO: Comunicazione del Consiglio pastorale interparrocchiale delle parrocchie Maria Madre della Chiesa e Beato Pier Giorgio Frassati.
Con la presente noi, componenti del Consiglio pastorale interparrocchiale delle Parrocchie Maria Madre della Chiesa e Beato Pier Giorgio Frassati, intendiamo rendere noto quanto la coscienza ci muove a esprimere con riferimento alla decisione dell’autorità ecclesiastica di recedere dalla Convenzione del 1° settembre 2017 con cui ai sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE) era stata affidata la cura d’anime presso le nostre parrocchie e di far terminare completamente il loro servizio pastorale nell’arcidiocesi di Torino.
Come piccola parte del popolo di Dio di questa arcidiocesi, ci uniamo alla sollecitudine con cui Sua Eminenza R.ma Card. Roberto Repole, nostro pastore, ha deciso di affrontare una delle più serie questioni che affliggono la Chiesa universale, soprattutto in Europa e nella nostra chiesa particolare di Torino, cioè la strutturale carenza di vocazioni alla vita consacrata e più specificatamente a quella sacerdotale.
Siamo dunque pienamente consapevoli della situazione non facile in cui versa l’arcidiocesi, ed è proprio in ragione di tale consapevolezza che ci sentiamo chiamati a formulare domande su una questione che ci preme sommamente.
Ci domandiamo, cioè, perché si sia deciso di allontanare una congregazione religiosa presente nell’arcidiocesi con tre sacerdoti e tre suore. Si tratta complessivamente di sei consacrati, tutti di giovane età, dottrinalmente preparati e pastoralmente capaci, e soprattutto pieni di entusiasmo e di voglia di lavorare al servizio del popolo cristiano loro affidato. Il nostro interrogativo si fa più cogente e angoscioso quando consideriamo che non è stata solo disposta la revoca dell’affidamento delle due parrocchie di cui componiamo il Consiglio pastorale parrocchiale, ma è stato decretato l’allontanamento di questi religiosi dal territorio arcidiocesano, senza prendere in considerazione una loro ricollocazione all’interno della chiesa di Torino.
La loro presenza è per noi di valore inestimabile. I tre sacerdoti, al pari delle tre religiose, si sono distinti per la loro straordinaria dedizione, il loro infaticabile servizio pastorale e la capacità di ispirare e di unire i fedeli, imprimendo una svolta decisiva alla vitalità delle nostre parrocchie e alla crescita spirituale di quanti loro affidati. Hanno saputo costruire un legame profondo con tutti noi, diventando punti di riferimento essenziali per la vita spirituale e sociale della nostra comunità. Essi si sono sempre mostrati disponibili, accoglienti e comprensivi con ciascuno di noi. Si sono prodigati in particolare verso i ragazzi, creando spazi, luoghi di accoglienza e di incontro che hanno avvicinato i giovani alla vita della Chiesa. I più piccoli che frequentano il catechismo hanno trovato in loro un fondamentale punto di riferimento per la loro crescita nella fede cristiana. La congregazione dell’Istituto del Verbo Incarnato ci ha sempre accompagnato, facendosi a noi prossima in ogni modo possibile e trasmettendoci la certezza di non essere abbandonati.
Un altro aspetto che ci rammarica molto e suscita in noi interrogativi profondi concerne la modalità in cui è stata presa questa decisione ed è stato deciso di comunicarla.
Il Concilio Vaticano II ha fortemente sottolineato come quello odierno sia ‘il tempo dei laici’, auspicando una proficua cooperazione tra questi ultimi e gli ecclesiastici nel servizio comune alla Chiesa intera. Sulla traccia di questo insegnamento conciliare, negli ultimi anni sono stati ripetutamente denunciati la patologia del ‘clericalismo’ e, più in generale, un modus operandi in virtù del quale le decisioni sono prese dall’alto per poi essere imposte senza dialogo in basso. Inoltre abbiamo compreso anche l’importanza di un ‘cammino sinodale’, da compiere insieme — laici e sacerdoti, uomini e donne — all’interno della Chiesa e al servizio della Chiesa. Ci domandiamo se questi orientamenti di riforma non siano stati di fatto traditi dalla decisione di estromettere del tutto il Consiglio pastorale interparrocchiale di Maria Madre della Chiesa e del Beato Pier Giorgio Frassati da una decisione grave che l’autorità ecclesiastica ha preso unilateralmente senza consultare i laici che dalla stessa decisione sono direttamente colpiti: quella di allontanare dalle suddette parrocchie i sacerdoti e le suore dell’Istituto del Verbo Incarnato. Nessun laico è stato interrogato sulla bontà di una pastorale che ha avuto noi come primi destinatari; nessun laico è stato messo a conoscenza della verifica in corso, che immaginiamo abbia richiesto mesi, se non anni; nessun laico è stato coinvolto nel processo decisionale. La notizia di una loro possibile partenza ha scosso profondamente l’intera comunità, ma in particolare ha toccato il cuore dei più piccoli. I bambini e i ragazzi che frequentano il catechismo sono rimasti molto addolorati. Ancora maggiore mestizia nasce in noi dal constatare che sono tuttora ignote le ragioni — che dobbiamo immaginare inequivocabilmente fondate e oltremodo gravi — che giustificano un provvedimento così duro. È quindi molto difficile scorgere una coerenza tra la proposta di una Chiesa sinodale e una misura presa in un modo tanto verticistico.
Se ripensiamo alla prima riflessione proposta da Sua Eminenza R.ma Card. Repole circa il modo di essere Chiesa oggi qui a Torino, per il quale è stata richiamata l’immagine dei ‘germogli’ e dei ‘tralci secchi’, sorge il dubbio che con questa decisione la famiglia religiosa del Verbo Incarnato sia esposta alla considerazione dei fedeli come un tralcio secco che merita di essere tagliato. Ciò desta in noi ancora maggiore meraviglia e stupore, perché questa immagine e questo giudizio non corrispondono alla realtà che viviamo nelle nostre parrocchie. Sebbene peccatori, noi fedeli che conosciamo i nostri pastori riconosciamo in coscienza i sovrabbondanti frutti che la presenza della congregazione del Verbo Incarnato ha portato nelle nostre vite e nelle nostre famiglie.
Alla luce delle considerazioni fin qui svolte, con amore e deferenza filiali, ma con rispettosa fermezza, da noi inculcata dalla responsabilità che ci viene affidata come fedeli, la coscienza ci muove a chiedervi chiarezza e trasparenza. Se qualcosa di errato è stato compiuto dai sacerdoti e dalle suore dell’Istituto del Verbo Incarnato, tale da meritare la loro espulsione da questa arcidiocesi, è necessario che sia conosciuto pubblicamente, per il bene nostro, delle nostre famiglie e di tutta la chiesa di Torino.
Qualora tali riflessioni destino in Voi dubbi circa il merito e il metodo della decisione presa e aprano la carità Vostra a prendere in considerazione anche altre soluzioni, ci sia concesso sottoporre alla Vostra attenzione alcune opzioni alternative:
a) ritornare sulla decisione, confermando ai sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato le due parrocchie già affidate alla loro cura d’anime;
b) affidare ai sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato un’altra parrocchia all’interno dell’arcidiocesi di Torino.
Certi della Vostra comprensione e confidenti nella Vostra benevolenza di pastori, ma anche confortati dal Codice di diritto canonico — I fedeli hanno il diritto di manifestare ai Pastori della Chiesa le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri. In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune e la dignità delle persone (Can. 212, §2-3) –, chiediamo di poter ricevere una risposta chiara ed esaustiva in un tempo ragionevolmente breve.
Formati dall’insegnamento della Chiesa nel solco del rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II, siamo certi che solo nel confronto diretto, franco e personale sia possibile affrontare questioni delicate come questa. Manifestiamo quindi la nostra più completa disponibilità nei confronti di Sua Eminenza Rev.ma Card. Roberto Repole; dei suoi collaboratori e di ogni altro rappresentante dell’autorità ecclesiastica in quest’arcidiocesi per un incontro, da svolgersi in totale serenità e trasparenza, nel rispetto dei diversi ruoli e carismi che vivificano l’unica Chiesa.
Con deferenza filiale,
IL CONSIGLIO PASTORALE INTERPARROCCHIALE
PARROCCHIA MARIA MADRE DELLA CHIESA
PARROCCHIA BEATO PIER GIORGIO FRASSATI
Lettera dei bambini della scuola parentale
Beato Pier Giorgio Frassati
Carissimo Vescovo Roberto, siamo un gruppo di bambini della parrocchia Maria Madre della Chiesa che frequentano la scuola parentale Beato Pier Giorgio Frassati. Vi abbiamo voluto mandare questa lettera per dirvi quanto siamo dispiaciuti da quando abbiamo saputo della notizia riguardante i padri dell'IVE missionari a Torino. Voi dite che devono andarsene, ma noi diciamo il contrario: i padri sono una grande risorsa per noi come Padre Giuseppe. Lui, ogni mattina quando arriviamo per la scuola, prega con noi una decina del rosario, ci ricorda, con simpatia, le cose che riguardano il cristianesimo e ci benedice. Poi ci prepara tutti ai Sacramenti come la Confessione e la Comunione e ci dà consigli. In questa parrocchia si fa anche oratorio e la maggior parte di noi viene. Là si fanno giochi bellissimi ad esempio: quattro basi, palla prigioniera, dodgeball, bandiera genovese, ruba bandiera, ecc...
Poi vi vogliamo parlare (o scrivere) delle belle processioni, dedicate alla Madonna di Fatima, che organizzano a maggio per le vie della chiesa.
Dovreste sapere com'è bello recitare il rosario per la nostra Mamma Celeste ogni sabato.
Speriamo che Dio vi illumini su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato.
Con affetto, scuola Beato Pier Giorgio Frassati.
Em. R. Card. Roberto Repole,
sono Simona, 50 anni, mamma di Francesco, 12 anni. Da molti anni, circa 20, frequento la parrocchia Maria Madre della Chiesa. Ho visto avvicendarsi molti sacerdoti, che poi, per motivi di salute o vecchiaia, hanno dovuto lasciare la guida della nostra parrocchia.
Quando nell’estate 2017 ci giunse la bella notizia che presto sarebbero arrivati ben due giovani sacerdoti a guida della nostra parrocchia, la gioia fu immensa.
Se dovessi elencare tutte le ragioni, per cui ritengo fondamentale la presenza della Famiglia religiosa del Verbo Incarnato, padri e suore, nella nostra parrocchia, Maria Madre della Chiesa, potrei scrivere un trattato. Per me è molto difficile riassumere in poche righe, tutto quello che i padri e le suore ci hanno donato, durante questi anni di presenza in parrocchia: la capacità di ascolto, l’accoglienza, la capacità di educare mediante l’esempio, il dono di sé fino ad annullarsi, l’Amore per Gesù Eucaristia, le preghiere comunitarie, le missioni popolari, l’oratorio secondo lo stile don Bosco, il catechismo, l’estate ragazzi, il campeggio estivo... Senza di loro, tutto questo non sarebbe stato possibile e prima del loro arrivo, mai era stato realizzato. Non trovo parole adatte a esprimere pienamente la mia profonda gratitudine verso il padri e le suore. Avrei davvero tanto da raccontare, in termini di presenza, ascolto, carità cristiana.
Vorrei, però, condividere un’esperienza che mi riguarda da vicino e che ha sicuramente cambiato il corso della mia vita di fede. Era la seconda metà del 2020, mio papà ottantenne, versava in condizioni di salute critiche. Qualche anno prima, poiché desiderava ricevere la Cresima, avevamo tentato di reperire il suo certificato di Battesimo, senza risultato. Il dubbio che mio papà, nato a ridosso della seconda guerra mondiale, non fosse stato battezzato, causa forza maggiore, non mi dava pace. Ne parlai con p. Giuseppe, lui si dimostrò disponibile a celebrare il Battesimo sotto condizione, a domicilio, previa autorizzazione del cancelliere, al tempo, don Alessandro. Il padre si adoperò per avere l’autorizzazione immediatamente, venne tempestivamente a celebrare il Battesimo, la confessione, Cresima, l’Unzione degli infermi e la Comunione. Mio papà seppur molto malato e costretto a letto, ne fu felicissimo. Era il 16 dicembre 2020. Il 12 gennaio 2021, mio papà tornava alla casa del Padre. Nonostante la sofferenza per la perdita di un genitore, ero comunque serena, perché sapevo che, grazie ai sacramenti, mio papà si era salvato. Tutto questo faceva da cornice ad un’altra situazione, molto dolorosa che si era verificata pochi mesi prima dalla scomparsa del mio papà. A metà agosto 2020, infatti, improvvisamente, senza alcun preavviso e nemmeno senza tante spiegazioni, mio marito mi comunica la tremenda decisione di voler concludere il nostro matrimonio, celebrato in chiesa nel 2002, dal quale era nato Francesco, che all’epoca dei fatti, aveva 8 anni. Per concludere, intendo dire, cessare ogni contatto. Come intuibile, la situazione mi aveva davvero prostrato, non è semplice trovarsi all'improvviso soli, a crescere un figlio. Anche in quell’occasione, nell’immediatezza dell’accaduto, pensai di rivolgermi a p. Giuseppe, via whatsApp. Ammetto che il mio scrivere, fosse dettato dalla necessità di esprimere il mio sgomento e la mia incredulità, per quello che mi era accaduto. Certamente, in quel periodo di vacanza, non mi sarei aspettata di ricevere una pronta risposta . Il padre, invece, letto il mio messaggio, mi telefonò immediatamente per darmi parole di conforto. Mi diede supporto spirituale per alleviare la mia sofferenza: una buona confessione, la Santa messa, la Comunione e il rosario quotidiano. Iniziai un percorso di catechesi, per la consacrazione a Maria Santissima in materna schiavitù d’amore. L’anno successivo, il 12 giugno 2021, mi consacrai alla Madonna, assieme a tantissimi altri parrocchiani, la chiesa era gremita. Considero quel giorno un punto di svolta fondamentale nel mio percorso di fede. Ad oggi, sono passati 5 anni, con alternanza di momenti difficili e momenti più sereni, la mia famiglia è cambiata. Vivo in fedeltà al sacramento del matrimonio, perché per me vivere in grazia di Dio è più importante di qualunque altra cosa. La mia famiglia ora è il Verbo Incarnato, i padri sono i miei fratelli, le suore, mie sorelle. Anche mio figlio (del quale allego file, con la sua testimonianza) ha trovato un saldo punto di riferimento nei padri, di fatto ha scelto p. Danilo come padrino di Cresima. Nei momenti più difficili ci sono sempre stati loro, abbiamo gioito assieme nei momenti belli, insomma, siamo stati famiglia in tutto e per tutto. Anche quando, recentemente, padre Danilo ha subito due interventi e tuttora terapie oncologiche, tutti ci siamo sentiti fratelli, sorelle e mamme di questo giovane sacerdote, che nonostante i problemi di salute, faceva di tutto per celebrare messa, confessare, essere presente in oratorio. È stato creato il gruppo “Mamma Margherita” per poter aiutare p. Danilo nella preparazione dei pasti secondo la dieta definita dalla nutrizionista oncologica. Noi “mamme Margherita” siamo diventate “cuoche” per aiutare il padre a seguire al meglio il protocollo oncologico.
A conclusione vorrei dire, che sono certa che don Igino Golzio sia un ottimo sacerdote, ma i nostri padri sono 3, e vengono aiutati dalle nostre suore, lui, è uno solo! Come potrà svolgere tutte le attività che attualmente vengono svolte regolarmente in parrocchia? Come farà a gestire le urgenze? Un moribondo che necessiti degli ultimi Sacramenti, potrebbe rischiare di morire senza poter beneficiare della presenza di un sacerdote al proprio capezzale. Al solo pensiero, rabbrividisco!
Chiedo, con estrema fiducia e umiltà, di tornare su questa decisione, ripensandoci, riflettendo sul vero bene delle anime, perché le nostre parrocchie, hanno ancora bisogno della Famiglia del Verbo Incarnato, la loro missione deve proseguire. I dissapori, eventuali divergenze di opinione, le politiche gestionali, aspetti che non attengono strettamente alla dottrina, bensì alle umane relazioni, non dovrebbero, in alcuna maniera, impattare su queste decisioni.
Fiduciosa in una risoluzione positiva di questa vicenda, ringrazio e porgo distinti saluti.
Lo Spirito Santo Illumini le nostre menti affinché si compia la volontà di Dio.
Amen
Torino, 19/06/2025
Simona Francica e Francesco Gallucci
Buongiorno,
Sono una parrocchiana di "Maria Madre della Chiesa". Io e mia figlia siamo molto affrante dalla decisione dell'Arcivescovo di voler allontanare i nostri cari Padre della Famiglia del Verbo Incarnato.Grazie a loro, io e mia figlia ci siamo avvicinate alla realtà parrocchiale;il mio matrimonio è fortemente in crisi, ma grazie ai Padri non ho mollato, e ho continuato a camminare nella retta via portando la mia croce, pregando e a dando a mia figlia il giusto esempio per non farla perdere e allontanare da Dio.Vi allego le parole di mia figlia che chiede di non portarle via i Padri che per lei hanno fatto tanto in questi anni di crescita e che spero continueranno a seguire.
Confidando in Dio, che non è sordo alle preghiere dei suoi fedeli vi saluto cordialmente e pregherò per voi.
Saluti
Daniela Arcidiacono
Le nostre parrocchie hanno bisogno che la missione della Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato prosegua ancora.
Simona Francica
Eminenza, siamo Chiesa, chiamati a camminare insieme . Siamo Cristiani, Cattolici...e nella diversita' sta la ricchezza della Chiesa, La prego di rivedere la sua decisione a riguardo di questo istituto e di questi padri e suore che hanno vissuto e trasmesso il Vangelo a tanti, riportandoli alla vita!
Con gratitudine, Alessandra Tola
in pieno accordo con la lettera dei miei fratelli di fede, con riverenza le chiedo di poter rivalutare la decisione presa. Grazie
Letizia Mura
Caro Vescovo,
Mi duole sentire la sua proposta di mandare via i nostri Padri. Io in particolare ci sono molto affezionata, perché frequento la chiesa da parecchio tempo ma sono sicura che questa decisione non toccherà solo me, ma tutti gli assidui frequentatore della chiesa. Speriamo con tutto il cuore che con il nostro appello possiamo farle cambiare idea a riguardo.
Le auguro una buona giornata.
Arianna (RICCHIARDI)
Siamo Matteo e Anna, due giovani di 23 e 24 anni, frequentanti le chiese di Beato Pier Giorgio Frassati e Maria Madre della Chiesa.
Abbiamo avuto modo di conoscerci proprio nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa, grazie agli incontri del gruppo “Universitari e giovani lavoratori” e da tre anni viviamo un fidanzamento in grazia di Dio, con la speranza che possa presto tramutarsi in matrimonio.
Io, Matteo, ho ritrovato la fede dopo un lungo periodo di completo allontanamento. Vengo da una famiglia cattolica che mi ha insegnato i valori della chiesa sin da piccolo, infatti durante l’infanzia, ho sempre partecipato a tutte le iniziative proposte dalla mia parrocchia di appartenenza (in Puglia). Negli anni dell’adolescenza, però, ho cominciato ad osservare diversi comportamenti all’interno della chiesa che hanno fatto vacillare la mia fede, questo ha determinato un allontanamento durato diversi anni.
Per motivi universitari mi sono trasferito a Torino. Dopo qualche mese mi sono sentito chiamato a tornare in chiesa. Tra le tante chiese vicino casa però, sono arrivato in una chiesa distante, la parrocchia Maria Madre della Chiesa. Qui sono stato subito accolto a braccia aperte, sono stato invitato a partecipare ai vari gruppi di formazione, sono diventato aiuto-catechista affianco a p. Giuseppe e successivamente animatore dell’oratorio. Grazie all’aiuto dei padri ho scelto di avere fede, una fede diversa da quella che viene semplicemente tramandata dalla famiglia. Questo cammino di fede mi ha fatto crescere e migliorare sotto diversi aspetti e mi ha permesso, con l’aiuto di Dio, di superare diversi vizi che si erano radicati in me durante il periodo “mondano”. In poche parole per mezzo dei padri dell’IVE, Dio ha salvato la mia anima e per questo sarò loro riconoscente per sempre.
Partecipando insieme agli incontri di formazione e alle catechesi, abbiamo riscoperto il valore della Santa Messa e della preghiera quotidiana.
Da quando ai padri e alle suore della Congregazione del Verbo Incarnato sono state assegnate le due parrocchie, loro hanno lavorato per unificare le due comunità al fine di renderle un’unica famiglia.
Sono sempre disponibili ad aiutare il prossimo, a confessare i fedeli, ad ascoltare chi ha bisogno di supporto.
Papa Francesco parlava spesso di ascolto, come ad esempio durante l’Angelus del 25 settembre 2021 in cui disse, “il sacerdote deve ascoltare la gente, non andare di fretta”. Noi ci chiediamo come sia possibile quindi realizzare questo principio, visto che si sostituiscono 3 preti e 3 suore giovani con un Parroco di 75 anni nel caso della parrocchia Maria Madre della Chiesa e uno unico di 60 anni che dovrà dividersi tra 3 diverse parrocchie nel caso della parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati. Come sarà possibile quindi continuare a garantire la Santa Messa quotidiana come dovrebbe essere e a cui siamo abituati?
Senza nulla togliere ai nuovi parroci, che saranno sicuramente preparati per questi compiti e saranno ben accolti dalle comunità, il dubbio sorge spontaneo nel momento in cui il vicario episcopale per la Pastorale sul territorio don Mario Aversano, ha esplicitamente fatto riferimento al parroco della parrocchia limitrofa Natale del Signore come prossimo alla pensione data la sua età vicina ai 75 anni. Qual è dunque il senso di nominare parroco una persona che, secondo il diritto canonico citato dal vicario, dovrebbe essere già in pensione vista l’età di 75 anni?
Sempre Papa Francesco aveva molto a cuore il tema dell’accoglienza, tanto che in vista della Giornata mondiale dei poveri, il 12 novembre 2021 disse: "Accogliere significa aprire la porta, la porta della casa, la porta del cuore e permettere a chi bussa di entrare e che sentirsi a suo agio, non in soggezione, ma a suo agio, sentirsi libero. Dove c'è un vero senso di fraternità, lì si vive anche l'esperienza sincera dell'accoglienza.” Concetto evidentemente sposato pienamente da S.Em.R.Card.Roberto Repole quando disse ‘accogliere l’alterità’.
Come si concilia quindi questo insegnamento del Santo Padre, con quello che avverrà nella diocesi di Torino, dove la convenzione con la famiglia religiosa del Verbo Incarnato cesserà, citando le testuali parole del vicario don Mario Aversano, per “mancanza di sintonia”? Dov’è quindi l’accoglienza fraterna?
Io, Matteo, in qualità di membro del Consiglio Interparrocchiale mi chiedo infine come sia possibile che in questo momento di sinodalità e di valorizzazione del ruolo dei fedeli nelle scelte che riguardano le proprie parrocchie, il Consiglio Interparrocchiale non sia stato minimamente coinvolto?
In conclusione, chiediamo, con fiducia e rispetto, che possa essere riconsiderata la decisione di interrompere la presenza della Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato nelle nostre comunità parrocchiali. Confidiamo nella Sua comprensione e nella Sua sensibilità pastorale, certi che vorrà accogliere la nostra preghiera come espressione sincera dell’affetto e del bisogno spirituale di un popolo che ama i suoi pastori.
Cogliamo l’occasione per ringraziarVi della Vostra attenzione e porgiamo i nostri più cordiali saluti,
Anna Crisafi e Matteo Olivieri
Reverendissima Eminenza,
mi chiamo Michela, ho 39 anni, sono sposa e madre di cinque bambini (dei quali uno in grembo e uno già in Cielo).
Vengo a scriverLe per supplicarLa di consentire ai padri e alle suore della famiglia religiosa del Verbo Incarnato di restare nella nostra città: sono servi fedeli alla Chiesa cattolica e alla diocesi di Torino.
In questi otto anni nella mia parrocchia intitolata a Maria Madre della Chiesa ho davvero incontrato Cristo. A seguire descriverò come.
Ho visto dei religiosi donarsi completamente al gregge loro affidato: ci hanno insegnato a vivere tutto per la maggior Gloria di Dio, ad affidare e abbandonarci alla Sua Volontà. Sempre.
Grazie a loro abbiamo imparato il gusto della preghiera e il desiderio profondo dei sacramenti e dell'Adorazione. Ad ogni messa si respira una devozione autentica, alimentata dalla cura alla liturgia (sempre preceduta dalla recita del Rosario), dal profondo rispetto per la santa Eucaristia e da omelie che guidano alla conoscenza della Parola e all'esempio dei santi.
I padri e le suore si sono presi cura delle anime dei nostri piccoli: proprio come insegnava don Bosco, hanno creato un autentico spirito di famiglia, tanto che i bimbi, anche molto piccoli, amano stare e giocare in oratorio, amano pregare insieme, amano Gesù e Maria, presenze vive nella loro quotidianità. Questa purezza, questo cammino di virtù e santità vogliamo custodirlo e sostenerlo ad ogni costo.
Molteplici sono state le iniziative per i giovani: attività di formazione dottrinale/morale, attività sportive e ricreative. Adolescenti e giovani hanno trovato un luogo dove poter vivere pienamente la loro età senza confusioni, radicandosi in sane amicizie e soprattutto nell'intimità con il Signore tramite l'oratorio, frequenti confessioni e Comunioni, retta dottrina, volontariato e campi estivi. Da questo terreno fertile sono sorte dieci vocazioni religiose.
Altro elemento cruciale che ha caratterizzato l'attività pastorale dei padri dell'IVE é la cura delle anime ossia la più totale disponibilità a confessare, a tenere settimanalmente catechesi e a seguire percorsi di direzione spirituale: salvare l'anima e puntare al Paradiso é il fulcro della loro predicazione.
Molte coppie di fidanzati si sono convertite grazie a dei validi percorsi prematrimoniali e molte famiglie ormai distrutte sono rinate perché ricondotte a Cristo, trovando nuova linfa nell'affidamento a Lui. Tanti genitori atei o distanti dalla Chiesa sono stati avvicinati tramite le più svariate soluzioni; un esempio per tutte, la partita di calcetto del mercoledì sera: vedere i padri spendersi anche in questa modalità per fare apostolato é stata una grande lezione di amore al prossimo.
Gli anziani e i malati sono stati accuditi con grande carità e dolcezza: per i primi é stato avviato un gruppo per trascorrere un pomeriggio a settimana in compagnia, svolgendo dei lavoretti manuali e pregando insieme; per i secondi non é mai mancato il servizio di confessione e Comunione a domicilio, così da poter vivere le loro sofferenze sostenuti dal Pane del Cielo.
Famiglie con disabili gravi (fisici e mentali) hanno trovato in parrocchia una casa dove poter essere incoraggiati e aiutati, uscendo da un isolamento nel quale la nostra società troppo spesso li condanna.
Anche i più bisognosi hanno sempre ricevuto ciò di cui necessitassero: cibo, vestiario o un accompagnamento nel trovare un impiego.
I padri e le suore si sono donati senza risparmio e siamo divenuti una cosa sola con loro: é sorta una vera comunità cristiana, dove vi é un cuor solo e un'anima sola. Molti di noi sono stati affascinati dal carisma specifico della famiglia religiosa del Verbo Incarnato, che é splendido e attualissimo: evangelizzare la cultura. Tutti noi credenti di oggi siamo consapevoli (e Lei Eminenza, certamente ancor di più) della necessità della testimonianza, del coraggio di portare Cristo in ogni contesto di vita. I padri ci hanno sostenuto e ci hanno fornito i giusti strumenti per poter adempiere a ciò con grande carità e fortezza, pronti ad amare il nostro prossimo e i nostri nemici, a donarci pienamente, ad affrontare croci, umiliazioni e persecuzioni.
Molti di noi hanno gustato la vera devozione, quell'amore profondo al Signore che diventa desiderio di Lui, della Sua Parola, dei Suoi comandamenti, dei Suoi sacramenti. Per nutrire ciò abbiamo bisogno di santi pastori: abbiamo bisogno dei padri e delle suore dell'IVE.
Considerata la penuria di vocazioni e di preti che contraddistingue la nostra diocesi, perché privarsi di forze giovani (soprattutto per la media torinese) fedeli e vigorose oggi preziose più che mai? Se lo spirito sinodale é aperto ad ogni coloritura presente nella Chiesa e intende coinvolgere ed ascoltare maggiormente le figure laicali, Eminenza, siamo a disposizione ma La prego di tenere in considerazione quanto segue: abbiamo estremo bisogno di santi sacerdoti. E i padri dell'IVE lo sono. La comunità parrocchiale di Maria Madre della Chiesa e i loro attuali pastori desiderano continuare a vivere quello che é il motto di papa Leone XIV: "essere uno nell'unico Cristo", essere testimoni della Verità e vivere l'amore fraterno, per essere credibili agli occhi del mondo.
Quella che ho descritto é solo una breve panoramica dell'attività svolta dai padri del Verbo Incarnato qui a Torino. Gli aneddoti e i piccoli/grandi miracoli di Grazia avvenuti nella mia vita privata sarebbero innumerevoli, ma tralasciati per amore di sintesi e oggettività.
RingraziandoLa vivamente per l'attenzione e il tempo che avrà dedicato a questo mio scritto, La saluto con rispetto.
In Cristo e Maria Santissima,
Michela Benetollo
Da mamma, l'unica cosa che posso chiedervi è quella di non portare via a mio figlio parte della sua famiglia. È nato e cresciuto in questa parrocchia insieme alla suore e ai padri. Chi glielo dice ora che non ci saranno più e che il perché è una semplice lotta di potere all'interno della stessa Chiesa, che invece di seguire il Vangelo (contrariamente alle parole che sentiamo nelle vostre omelie), dà un esempio di ipocrisia? Venite voi a dirglielo se avete il coraggio di sostenere lo sguardo e la sofferenza di un bambino di 5 anni, finora tanto tanto felice e gioioso stava crescendo in santità grazie alla nostra comunità.
Laura Servetto
Da quando sono entrato nella parrocchia del Pier Giorgio Frassati e ho conosciuto i nostri Padri ho imparato molte cose, a confessarmi sovente, specialmente prima di prendere la comunione, di dire il santo rosario almeno 1 volta al giorno, di fare atti di misericordia e ancor più conoscere Maria Santissima tramite le catechesi per la consacrazione alla Madonna
Roberto Sinesi
S.Em.R.Card.Roberto Repole
Sono un giovane che frequento la Famiglia Religiosa del VERBO INCARNATO. Sono figlio di divorziati, e vivo con mia madre e mio fratello più piccolo. Sono cresciuto prima del tempo, bruciando un po' di tappe della mia vita perché non ho potuto fare diversamente. Mio padre ci ha abbandonati quando io avevo 12 anni e mio fratello 7 anni; quindi mi è mancata l'immagine maschile, la presenza di un padre. Questo ha portato in me un carattere emotivo e chiuso; frequentato l'IVE ho avuto la possibilità di aprirmi, di socializzare e di trovare un po' di autostima in me stesso.
I Padri le Suore e i terziari hanno creduto in me, invitandomi a fare parte del "SERVIZIO D'ORDINE". Ho accettato perché volevo sentirmi utile non solo per la Famiglia dell'IVE ma anche per Dio. Collaborare con i Padri e le Suore nel gruppo giovani dove viene anche mio fratello è veramente sentire soffiare il vento della gioventù. In questa Famiglia si fanno tante cose e tutti siamo coinvolti in ogni forma di attività e aiuto reciproco. L'IVE è una congregazione nel mondo, e averla a Torino è un dono Prezioso. I Padri e le Suore sono molto preparati e da quando io li frequento ho capito molte cose che prima non capivo. Con loro si sta bene, c'è il momento di parlare, il momento di progettare, il momento di pregare ecc...
Con loro non ci si annoia mai ogni cosa viene fatta con fede e preghiera. Adesso ho saputo che lei Card. Repole Roberto li manda via. Tutto quello costruito in questi anni lei lo chiude con un giro di chiave, perché questa decisione, vorrei una risposta?
Tutta la comunità è molto scossa da questo fatto, tutti ci facciamo domande alle quali non troviamo risposte. Chi verrà al loro posto?... Con tutto il mio rispetto non potrà fare tutto quello che ha fatto l'IVE fino adesso. Noi abbiamo bisogno di questi Padri e di queste Suore perché loro ci aiutano a vivere con il Vangelo, nel Vangelo e per il Vangelo solo loro ci posso aiutare da soli non possiamo farcela. E brutto sentire dire che i giovani non vanno più in Chiesa, facciamoci delle domande e troviamo sicuramente delle risposte... Ma è ancora più brutto quando ci sono giovani che vogliono andare in Chiesa ma trovano Chiese spente o chiuse o con sacerdoti che non danno ascolto. La Famiglia Religiosa del VERBO INCARNATO è una congregazione con Padri e Suore pronti all'accoglienza, all'ascolto, le loro Chiese sono sempre aperte e piene di fedeli, la loro presenza è garantita, ce la mettono tutta per gestire in modo perfetto la loro missione.
I Padri sono uomini pieni di Dio, puri di cuore, le Suore materne, accoglienti, colme di umiltà, i Terziari sono fratelli in azione collaborativa.
Io non voglio perdere tutto questo e voglio continuare a frequentare questa Famiglia.
Card. Roberto Repole perché vuole togliere la possibilità a questa congregazione di continuare la sua missione, quando non ha fatto altro che portare buoni frutti?
Mi chiedo qual è il fastidio che da questa congregazione addirittura da volerla mandare via?
Mio nonno materno diceva chi fa il suo dovere viene cacciato chi non lo fa viene onorato.... E io posso testimoniare che l'IVE il suo dovere l'hanno sempre fatto.
Ora le chiedo per favore di fare rimanere a Torino la congregazione IVE-FAMIGLIA RELIGIOSA DEL VERBO INCARNATO, se lei non vuole che rimangano nelle parrocchie dove sono attualmente, potrebbe affidargli altre parrocchie, Torino è grande è c'è ne sono tante.
E una cosa fattibile, non esiste dire che non si può perché allora in questo caso non si vuole. Ci sono tante cose che non si dovrebbero fare eppure vengono fatte.
Card. Roberto Repole sono molto amareggiato vivo in un mondo dove le cose giuste vengono tolte per fare posto a quelle sbagliate... Il mondo in questo modo non si salverà mai...E questo che si vuole?
Dai Padri e dalle Suore ho imparato che la vera vita che ci aspetta è la Vita Eterna, qua siamo solo di passaggio...
Ma per avere la Vita Eterna bisogna meritarcela, e io voglio viverla in modo giusto,ma mi rendo conto che nel mondo l' uomo ci toglie le possibilità per fare del bene...
Lei è un uomo di Dio, e mi rivolgo a lei perché solo lei può far rimanere la congregazione dell'IVE.
Grazie prego per lei.
Saluti Cordiali
Angius Gioele
Buonasera eccellenza!
Sono Marika una mamma di tre figli, uno in cielo e ora sono incinta di un altro bimbo o bimba. Le volevo dare la mia esperienza personale che ho avuto con la famiglia religiosa del Verbo Incarnato.
Ho conosciuto i Padri per caso, una domenica dovevamo andare a messa (io e la mia famiglia) e per non fare tanta strada e arrivare a Santa Rita abbiamo deciso di andare a Maria Madre della Chiesa visto che era proprio dietro casa nostra. Subito ci ha colpito l'accoglienza che padre Giuseppe ha avuto nei nostri confronti, non ci conosceva ma ci ha salutati come se ci conoscessimo da sempre, alla fine della messa si è messo davanti la porta e ha salutato ogni fedele che usciva dalla chiesa. Questa cosa io non l'ho mai visto fare in nessuna parrocchia. Grazie ai padri ho scoperto l'adorazione eucaristica (cosa che non avevo mai fatto prima) e devo dire che è un'esperienza bellissima perché grazie a questo ho avuto il coraggio di fare un altro figlio e in più il Signore mi ha liberato dall'ansia e dagli attacchi di panico di cui soffrivo da qualche anno e a volte mi costringevano a stare a letto. Lei può immaginare con tre bimbi non mi potevo permettere di stare a letto. Per me il Signore mi ha salvata attraverso i Padri. Perciò io sono grata al Signore che mi ha fatto conoscere i Padri e Le chiedo anzi La supplico di fare rimanere i Padri e le Suore. Anke loro sono molto importanti per noi, sono mamme, amiche, sorelle.......per me siamo una FAMIGLIA e se va' via un membro della famiglia quelli che restano soffrono.
La ringrazio e spero che possa cambiare idea......si faccia guidare dallo Spirito Santo.
Caro Vescovo Roberto,
sono Christian, ho dieci anni e frequento da un paio di anni la Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato. Da quando conosco i padri ho imparato tante cose che non sapevo: l’importanza e il valore della Santa Messa, della Santa Confessione, della preghiera..
Io frequento il catechismo nella Parrocchia del Beato Pier Giorgio Frassati e durante quelle ore imparo, mi diverto e aiuto durante la Messa; aspetto sempre che arrivi il sabato pomeriggio per stare con i padri!
Inoltre, durante la missione popolare che c’è stata per due anni consecutivi nella Parrocchia Frassati, ho conosciuto tanti altri seminaristi che hanno giocato e pregato tanto con noi bambini e ragazzi!
Inoltre, dopo ogni catechesi, i padri giocano con noi a calcio e ci fanno divertire un sacco.
Le chiedo con il cuore di ascoltare questa mia richiesta, terrei tanto che la Famiglia Religiosa potesse rimanere a Torino.
Un saluto da Christian
Reverendissimo Cardinale Repole, siamo Armando e Rossella, giovani sposi con un bimbo di due anni e uno che arriverà fra qualche giorno.
Siamo parrocchiani della Chiesa Beato Pier Giorgio Frassati e da qualche anno anche terziari della famiglia religiosa del verbo Incarnato.
Nel libro Filotea proprio San Francesco di Sales ci insegna l’importanza di unirci ad una congregazione buona presente sul territorio, in modo tale da avere sempre una guida di riferimento. E adesso? Che i nostri pastori verranno allontanati non solo dalla parrocchia ma dalla città? Chissà cosa direbbe il Santo rispetto a tale decisione.
Ad ogni modo vorremmo raccontarle brevemente la nostra storia e quanto i padri della congregazione siano stati il nostro sostegno in questi anni.
Noi siamo cresciuti sin da bambini nella parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati, conoscevamo molto bene i nomi degli animatori, le loro storie, ogni situazione presente nella parrocchia dalle più nobili alle più scandalose, ma mai nessuno ci ha fatto conoscere Gesù.
Con l’arrivo dei padri del Verbo Incarnato abbiamo avuto modo non solo di formarci secondo la dottrina della Chiesa Cattolica a noi, fino ad allora sconosciuta, ma abbiamo sperimentato cosa significa essere amati da qualcuno. Essere amati nella nostra miseria, nei nostri peccati più brutti, nella nostra pochezza e ignoranza. Se degli uomini possono amarci così tanto solo per la salvezza della nostra anima, quanto può amarci Gesù? Per noi i padri sono stati strumenti di amore ma non solo, guide costanti nel saper discernere ciò che è bene da ciò che è male, sostegni instancabili durante la grave malattia di nostro figlio, amici che ci hanno preso per mano e accompagnato in ogni tappa della nostra vita aiutandoci a vivere in grazia di Dio.
In fondo qua l’è il fine dell’uomo? Il paradiso?
Noi vogliamo essere felici e San Giovanni Paolo II ci insegna proprio che è Gesù che cerchiamo quando sognamo la felicità e noi in questi anni abbiamo conosciuto Gesù e siamo felici.
Terminiamo questa lettera con la speranza che queste parole, insieme alle tante altre testimonianza, possano intenerire il Suo cuore lasciandoci la guida dei padri al fine di continuare al meglio il nostro percorso di fede.
Armando e Rossella
Eminenza Reverendissima,
venerdì 6 giugno scorso, nel contesto di un incontro tra tre rappresentanti diocesani e la comunità parrocchiale di Maria Madre della Chiesa, è stata resa nota in maniera ufficiale la Sua decisione di recedere dalla Convenzione (stipulata nel 2017 con durata a tempo indeterminato da parte dell’Arcivescovo emerito Mons. Cesare Nosiglia) con l’Istituto del Verbo Incarnato (I.V.E.), decisione che determinerà la cessazione della cura pastorale della parrocchia di Maria Madre della Chiesa e di quella del Beato Pier Giorgio Frassati da parte di tre sacerdoti dell’IVE, a partire dal 1° settembre prossimo.
L’apprendere tale notizia ha provocato nel sottoscritto, e nei presenti all’incontro, profondo senso di turbamento e sconforto e ha contestualmente fatto sorgere spontaneo e pressante l’interrogativo: “perché?”. Sì, la domanda non è eludibile: “perché assumere tale decisione che ha come conseguenza diretta la perdita di tre sacerdoti dalla diocesi di Torino nella quale i sacerdoti esercitano il loro ministero?”
Desidero contestualizzare tale turbamento e incomprensione con una riflessione che prende le mosse anche dall’esperienza professionale.
In virtù della mia attività lavorativa sono consapevole, poiché lo sperimento quotidianamente, che ogni atto di “gestione del personale” – rimozione, trasferimento o assenso alla mobilità che sia – non possa eludere la risposta alla domanda: “quale è il costo di questa decisione?”: cioè, è doveroso valutare le conseguenze che si determineranno anche nei confronti di coloro che sono i destinatari del servizio che era garantito dalle persone che saranno rimosse o trasferite e che non svolgeranno più la propria mansione.
Ecco, “si parva licet componere magnis”, e se è lecito assimilare situazioni più semplici a realtà più complesse, è necessario avere il coraggio di guardare con onestà a quali saranno le conseguenze derivanti dalla scelta di privarsi (e di privare del ministero) di tre sacerdoti che a tutt’oggi reggono la cura pastorale di due parrocchie torinesi. Conseguenze sia nei confronti delle oltre 12mila persone – dati CEI – residenti nel territorio di pertinenza delle parrocchie e sia nei confronti della Diocesi nella sua totalità, cioè della Chiesa che è in Torino.
Infatti, se già, così come è riscontrabile nella pur circoscritta esperienza di chi scrive, l’assenza di un dipendente da un Ufficio comunale afflitto da carenza di personale provoca gravi conseguenze verso i cittadini, cosa implica – per i fedeli delle parrocchie interessate, ma non solo – la decisione di negare la cura pastorale garantita da tre sacerdoti? Tanto più che il ministero sacerdotale non è un lavoro da impiegato o da funzionario pubblico perché in questo caso non si tratta di rilasciare una certificazione anagrafica o un permesso di costruire ma di amministrare e dispensare la grazia di Dio!: infatti, come ricorda San Escrivà de Balaguer, “l’identità del sacerdote è questa: essere strumento immediato e quotidiano della grazia salvifica che Cristo ha meritato per noi” (La Chiesa nostra madre, 39).
Papa Francesco ha insegnato che il sacerdote deve “rendere presente Cristo nell’Eucaristia, nei sacramenti, nella parola affinché nasca nel cuore degli uomini”, e rimane evidente che la decisione di privarsi di tre sacerdoti equivarrà a privare la comunità, parrocchiale e diocesana, della possibilità di attingere a questa presenza di Cristo nella stessa misura, con la stessa intensità e con la stessa frequenza con le quali è stato possibile farlo finora, da parte di tutti: quindi, si determinerà in maniera innegabile una rarefazione, una riduzione, della presenza di Cristo e della possibilità di incontrare Cristo, soprattutto nel Sacramento della Penitenza e nella celebrazione dell’Eucaristia! Questa, la prima e diretta conseguenza della scelta di “rinunciare” a tre sacerdoti all’interno della Arcidiocesi di Torino!
Infatti, anche quando i sacerdoti dell’IVE saranno sostituiti da altrettanti parroci o amministratori parrocchiali, come emerge a conferma da quanto pubblicato sul sito diocesano, saranno comunque i fedeli della Diocesi nel suo complesso a risentire di questa perdita perché per poter garantire la presenza nelle parrocchie vacanti altri sacerdoti saranno trasferiti in esse, ovvero assumeranno la titolarità delle parrocchie in aggiunta a quelle che già curano, con evidente meno tempo a disposizione per i propri parrocchiani, in virtù dell’aumento del numero di incarichi.
Se è vero, come è vero!, quanto insegna Papa Francesco, cioè che se il sacerdote rende presente Cristo, è ragionevole che per poterlo fare debba avere a disposizione il tempo materiale necessario, in modo tale che la presenza sia effettiva e significativa e non solo nominale!
Purtroppo, è sufficiente scorrere le ultime notizie rese pubbliche sul sito istituzionale della Arcidiocesi di Torino in punto di rinunce, trasferimenti e nomine dei parroci per avere ulteriore conferma della scarsità di sacerdoti all’interno della Chiesa torinese, constatando che svariate parrocchie sono, e ancor di più saranno, affidate in solido nella persona dello stesso parroco.
Proprio in questo contesto di mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose, anche alla luce della presenza di appena una quindicina di seminaristi nel Seminario diocesano, risulta oggettivamente non comprensibile la decisione di privare i fedeli di tre sacerdoti che hanno esercitato per diversi anni il ministero sacerdotale con estrema fedeltà, rara generosità e dedizione, amministrando i Sacramenti, animando la vita spirituale, organizzando pellegrinaggi e processioni, e curando con intelligenza, innovazione e creatività la formazione culturale dei giovani che appartengono alle due comunità.
Davvero, posso fare mie, insieme ai fedeli delle parrocchie, le parole di San Paolo: i Padri dell’IVE che ho avuto modo di frequentare negli ultimi sette anni con la mia famiglia “si sono fatti tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno”.
La decisione di non volere la loro presenza non risulta, quindi, per me condivisibile in quanto essa è controintuitiva: appare evidente che in un contesto di scarsità di risorse, si fa tesoro prezioso di quanto si ha a disposizione e si fa di tutto per non disperderlo! E, a maggior ragione, non ce ne si priva deliberatamente, salva l’ipotesi che la loro stessa presenza sia perniciosa per la Diocesi o per la salute spirituale dei fedeli stessi, circostanza questa che non è nota e non è stata dedotta, giacchè i fedeli delle due comunità parrocchiali non sono stati ancora informati del motivo del recesso dalla Convenzione stipulata con l’Istituto del Verbo Incarnato, e del conseguente allontanamento dei sacerdoti.
Nel sottolineare con forza questo senso di privazione, e di defraudamento che si sta sperimentando, a livello personale e nelle comunità parrocchiali – perché si prospetta la perdita di un bene già posseduto e goduto –, vorrei che emergesse che non c’è un approccio personalistico, cioè non si sta difendendo per conto terzi un P. Giuseppe Calvano, piuttosto che un P. Danilo Palumbo o un P. Alessandro Parrella, perché il bene che i sacerdoti hanno disseminato nel corso degli anni parla a nome loro e non necessita di altri avvocati.
Si sta, invece, reclamando e difendendo un diritto dei fedeli laici, tra i quali certamente mi ascrivo, a non essere privati di tale bene! Privazione della quale non si può condividere la scelta sia perché non è possibile comprendere la motivazione (perché non resa conoscibile) sia perché si è testato sul campo, cioè nella nostra esperienza di vita sperimentata quotidianamente, il bene ricevuto!, e per il quale probabilmente non si è stati abbastanza grati, dandolo per scontato, in quanto già presente!
Evidentemente ci saranno state delle valutazioni – seppur non conoscibili e avvenute senza il coinvolgimento dei fedeli laici direttamente interessati dagli effetti immediati della decisione – che motivano questa decisione che determina l’allontanamento dei tre sacerdoti dell’IVE, ma sia consentito affermare con fermezza che un metodo di riorganizzazione delle parrocchie e/o della presenza dei sacerdoti nelle chiese locali che provochi in maniera diretta ed immediata una minore presenza di Cristo, cioè concretamente un minore numero di sacerdoti a disposizione dei fedeli, sarà magari un metodo efficace in vista del raggiungimento di un certo fine predeterminato ma non può essere condiviso per l’esito che direttamente determina: cioè, una evidente e immediata rarefazione e riduzione della possibilità di incontrare Cristo nei Sacramenti!
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, così come citato dall’Abbè Chautard nel testo L’Anima di ogni apostolato, ricorda molto opportunamente che “i buoni costumi e la salvezza dei popoli dipendono dai buoni pastori. Se alla testa di una parrocchia c’è un buon pastore, ben presto la devozione rifiorirà e i sacramenti saranno frequentati […]” (S. Alfonso, Homo apostolicus, VII, 16): questo è esattamente ciò che si è sperimentato in questi anni con i padri dell’Istituto del Verbo Incarnato nelle parrocchie di Maria Madre della Chiesa e del Beato Pier Giorgio Frassati e solamente una supplica si formula: mentre si prega devotamente perché il Signore mandi operai nella sua messe, intanto non si mandino via gli operai che già ci sono e che vi lavorano con dedizione e grande profitto!
Al termine di quanto esposto non resta che chiedere a Sua Eminenza Reverendissima, con filiale rispetto e fiducia, di rivedere la decisione che ha come effetto la perdita di tre sacerdoti dalla nostra Arcidiocesi!
Torino, 13 giugno 2025
Sant’Antonio di Padova
Giovanni Maria Leotta
A S. Em. Cardinal Repole Roberto,
Le scriviamo io e mia moglie, in quanto frequentatori da sei anni della Parrocchia Maria Madre della Chiesa di Via Baltimora 85, Torino . Qui abbiamo rafforzato la nostra fede e ottenuto diverse grazie, per le preghiere dei nostri fratelli parrocchiani e anche dei nostri sacerdoti e suore. Facciamo parte del Terz'Ordine dell'IVE, in quanto condividiamo gli stessi valori e carismi che da sempre la Santa Chiesa Cattolica propone di seguire per la nostra santificazione a immagine di Cristo e della Sua Incarnazione, perchè Gesù è la roccia e nessuno può mettere un altro fondamento.
Essendo membri dell'IVE ci sentiamo in dovere di vivere da veri laici nella carità del nostro Ordine, per questo io e mia moglie e altre due parrocchiane abbiamo istituito il gruppo anziani Sant'Anna e San Gioacchino, formato da una ventina di persone coordinati da padre Danilo Palumbo ci incontriamo tutti i venerdì da metà settembre a metà giugno, iniziando sempre con la recita della coroncina alla Divina Misericordia davanti al SS. Sacramento esposto, poi con vari giochi, attività manuali, barzellette, per conoscerci meglio e condividere anche argomenti religiosi sempre assieme ad uno dei sacerdoti con benedizione finale e tutto questo non può finire così, senza averci consultati prima (noi laici).
Ora questa decisione del cardinale o chi per lui non la trovo nè seria, nè sincera nè tanto-meno sinodale. I nostri sacerdoti dell' IVE sono veri apostoli del Vangelo, ci insegnano cose giuste e vere secondo il Vangelo e la sana dottrrina degli apostoli e non secondo il pensiero ateo-modernista e inclusivo, che di inclusivo non ha nulla se non il relativismo come lo definiva Papa Benedetto XVI. I sacerdoti della Santa Chiesa Cattolica devono salvare le anime e non essere assistenti sociali. Per noi cattolici cristiani i riferimenti non sono Marx, le lobbies gay o l'Islam, ma il Vangelo di Gesù Cristo e la dottrina sociale e morale della Chiesa Cattolica. La Santa Chiesa Cattolica non può accogliere il peccato, ma il peccatore perchè si converta e si salvi. E come ebbe a dire San Giovanni Paolo II: "La Vita è Sacra dal concepimento naturale alla morte naturale" come disse anche Papa Francesco poco prima di morire, l'aborto è un omicidio o come disse Papa Benedetto più volte di difendere i valori non negoziabili: la Vita, la Famiglia di uomo e donna sposati in chiesa davanti a Cristo Signore, l'educazione cristiana alle nuove generazioni di battezzati cattolici.
Tutto questo i nostri sacerdoti dell' IVE ci insegnano da quando sono a Torino, cosa che altre parrocchie non fanno più, anche nelle celebrazioni Eucaristiche si mette l'uomo al posto di Cristo.
Noi uomini siamo stati creati per Dio a immagine e somiglianza di Dio, ma non siamo Dio. Gesù ha detto di obbedire ai suoi comandamenti di amarli e viverli e che Lui stesso è la Via che porta al Padre e apre le porte del Paradiso, la Verità, Lui non dice la Verità, ma è la Verità e noi obbediamo solo ed esclusivamente a Lui, la Vita Eterna che ci dona se siamo nella Sua Grazia vivendo del Sacramento dell'Eucarestia, senza la quale non c'è nè perdono nè salvezza.
Ora ci chiediamo e Vi chiediamo cosa ci sia in tutto ciò che abbiamo imparato finora, che non è conforme alla retta dottrina insegnata dalla Santa Chiesa Cattolica da sempre e dal Nostro SIGNORE GESU' CRISTO il quale ERA, E' e VERRA', GLORIA NEI SECOLI!
IN CRISTO
📨Carissima Eminenza,
pur venendo dalla provincia di Asti, mi associo alla richiesta di riconsiderare la decisione di interrompere la presenza degli attuali Sacerdoti e Suore della Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato di Torino. Tuttavia come prossimo consacrato a Maria Santissima e a Gesù in schiavitù d'amore maturata grazie ai Sacerdoti dell'IVE e alle loro stupende Catechesi, dico a Lei sua Eminenza: "SIA FATTA LA VOLONTÀ DEL PADRE CHE È NEI CIELI". La Chiesa soffre per mancanza di Santi Sacerdoti, ma proprio i Sacerdoti dell'IVE di Torino hanno saputo toccare profondamente il mio cuore e non le nego che osservandoli mi hanno dato l'impulso per fare un percorso di discernimento che mi sta portando a riflettere su due possibili strade che potrei prendere in un futuro molto prossimo: 1. Diventare un Missionario laico e mettermi al servizio dei più poveri. 2. Diventare Sacerdote rispondendo pienamente alla chiamata di Gesù nella mia vita. Il Signore sa cos'è giusto. Lui solo vede oltre il nostro orizzonte limitato. I Sacerdoti e le Suore dell'IVE sono come dei bellissimi fiori che profumano di Cielo. Se possibile lasciateceli ancora ammirare, affinché anche noi possiamo imparare a profumare di cielo. I bambini che partecipano alle attività dell'IVE profumano già di Cielo. Non ho mai visto in nessun'altra parrocchia tanta presenza di bambini educati, dolci, in preghiera durante le Sante Messe e la recita del Santo Rosario. Basterebbe osservare una sola Santa Messa con i bambini dell'IVE per percepire quanto amore si respira in quella comunità pastorale. Lo Spirito Santo illumini il suo cuore cara Eminenza e le faccia prendere la decisione più giusta seguendo solo la volontà del Signore e nessun'altra motivazione.
Grazie.
Se volesse contattarmi per qualsiasi chiarimento le lascio il mio numero di telefono:
Davide Colleoni Loazzolo (AT) Tel: **********
📨S. Em.R.Card.Roberto Repole ;
inizio così questa lettera, nella semplicità dell' umiltà.
Mi chiamo Luciana Becchero; (sono mamna di due ragazzi). Durante un pellegrinaggio ho sentito parlare dell' IVE-Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato di Torino. Al ritorno da questo pellegrinaggio, dentro di me c'è stato un cambiamento;il quale mi chiedeva un desiderio, una sete di conoscere e seguire di più Gesù, Maria e il Vangelo...
Purtroppo nel paese dove vivo, ho trovato e trovo tutt'ora :Chiesa chiusa, Sacerdote difficilmente disponibile, S. Messe celebrate al sabato-domenica, e durante la settimana solo 2 o 3 volte, se poi ci sono dei funerali la messa di quel giorno viene esclusa. Non volendo che il mio cambiamento fosse impedito a migliorare, mi sono recata a Torino dalla Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato.
Non dimenticherò mai la prima volta che ho stretto la mano ai Padri e alle Suore... Nei loro "sorrisi", e nel loro "benvenuta", ho trovato luce, gioia, e pace;in quel momento mi sono sentita a "casa". Quel vuoto portato e sopportato per lungo tempo nella mia vita, di colpo si è riempito della grazia del Signore. Ho continuato a frequentare con i miei figli l'IVE, anche in modo un po' difficoltoso, perché non abitiamo a Torino, ma in un paese che dista circa 40 km, un 50 minuti in macchina di andata e poi di ritorno... Infatti io con i miei figli abbiamo l' intenzione di trasferirci a Torino, per poter frequentare di più l'IVE e diventarne membri.
Frequentando l' IVE, ho avuto la possibilità di fare un bellissimo cammino con loro:la Consacrazione a Maria...grazie alle loro bellissime e profonde catechesi di preparazione, le quali richiedono tempo e disponibilità che loro sanno svolgere benissimo.
Tutt'oggi continuo con i miei figli a frequentare l'IVE, qui ci troviamo bene e accettati, qui si sente l' accoglienza e sopratutto qui non si parla solo del Vangelo, ma si vive il Vangelo e questo è quello che Noi abbiamo bisogno.
Qui all'IVE si vive la S. Messa con omelie cariche di carisma che insegnano e aiutano l' anima ad avvicinarsi sempre di più a Dio. Ogni volta si torna a casa, ricaricati nello Spirito. Ormai questa famiglia fa parte di noi e noi di lei, per noi è un grande punto di riferimento:
- i Padri sono padri, fratelli e amici.
- le Suore sono madri, sorelle e amiche.
- i terziari sono, fratelli, sorelle e amici.
Questa congregazione è il Vangelo vivente, rappresenta la famiglia, la casa, il focolare,la fraternità comunitaria, e vive nella semplicità, nell' umiltà, nella carità, nella fede e nella preghiera...qui si vede una Chiesa piena, viva in movimento.
Oggi ci troviamo spiazzati, alla notizia che S. Em.R.Card Roberto Repole, vuole mandare via i Padri, le Suore. Per noi e un grande dispiacere, e educatamente mi permetto di dire che è inaccettabile e vergognoso... Ci chiediamo perché questa scelta, che cosa hanno fatto di male, non capiamo quale è il problema... Vorrei tanto che lei Card. Roberto Repole non delegasse nessuno, ma venisse Lei di persona a vedere tutto quello che l'IVE ha fatto in tutti questi anni per noi, per i giovani, per le famiglie, i bambini, gli anziani, i malati, i poveri, ecc... È magari con fraternità Lei con i Padri aprire un dialogo di accordo, trovare una soluzione che sia a favore da ambe due le parti, non solo da una, e magari anche celebrare insieme una Messa,... Dio è il padre di tutti, voi siete i pastori che guidano il gregge, servi dello stesso Dio davanti al quale non c'è diversità di appartenenza, né di grado, l'importante per Dio è servirlo come dice il Vangelo.
Tengo anche a precisare che a fine aprile del 2024 ,a Torino sono state mandate via le Suore di Madre Teresa di Calcutta, chiudendo anche lì la congregazione dopo 17 anni di servizio hai poveri ai più bisognosi, questo gesto ha ferito molte persone... È ad oggi alcune persone che erano state da loro aiutate si trovano in difficoltà non solo materiale ma anche spirituale e morale...E io vorrei tanto che ritornassero, perché so che ci sono persone che aspettano il loro ritorno... Ora il gesto si ripete.
Voglio sottolineare che in questi due casi la questione non è l affezionarsi alle persone, ma seguire Dio attraverso di loro, perché grazie a persone consacrate come loro molte anime sono ritornate a vivere la Chiesa, il Vangelo, a credere con fiducia ai consacrati e con fede a Dio,a ricevere i Sacramenti e addirittura sono nate nuove Vocazioni Religiose.
Ora io chiedo in ginocchio nel nome Dio che questa congregazione non venga chiusa, la Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato non venga mandata via, potranno forse cambiare i sacerdoti le suore in fondo loro sono missionari, ma mandare via la congregazione no.
Io non so se lei Card. Roberto Repole si rende conto il male il danno che provochera' questa sua decisione ?
I padri, le Suore i Terziari laici, cosa ne sarà di tutto quello che hanno costruito in questi anni, la scuola, l' oratorio, catechismo, gruppo giovani,incontri di catechesi, adorazione, incontri di preghiera, processioni,confessioni direzioni spirituali, disponibilita di colloqui e dialoghi con i padri e le suore...ecc...? Un solo Sacerdote non potrà fare tutto questo da solo.
Noi abbiamo bisogno di vivere la nostra Religione Cristiana Cattolica, vogliamo consacrati in azione, senza impedimenti, liberi di restare e esercitare la loro missione, con il solo scopo di salvare le anime e insegnargli quello che ha detto Papa Giovanni Paolo ll : " Non abbiate paura !
Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo !"...
Card. Roberto Repole mi piange il cuore pensare che purtroppo per questa sua scelta a molte anime verrà mancare tutto quello che hanno ricevuto fino adesso dall' IVE-Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato.
Questi Padri e Suore sono ottimi Missionari, si sono dati anima e corpo anche con problemi di salute... In cambio non hanno mai chiesto nulla, le loro educazione, e umiltà sono uniche, e queste si trovano nelle loro parole quando nel saluto ci dicono : "Ciao carissima, grazie di essere venuto!"
S. Em.R.Card.Roberto Repole la invito a riflettere, sul futuro della Congregazione dell' IVE e di tutti i suoi membri, tutto è nelle sue mani, ma io metto tutto e anche lei nelle mani di Dio.
Grazie, cordialmente la saluto, che lo Spirito Santo lo illumini, Gesù Cristo lo benedica, e Maria Santissima lo protegga.
Luciana Becchero e figli.
📨Eccellenza,
Siamo Alessandro Cardinale e Roberta Francesca Abbarchi, due giovani delle parrocchie Maria madre della chiesa e Beato Pier Giorgio Frassati, affidate alla missione della famiglia religiosa del Verbo Incarnato in Torino e facenti parte del Terzo ordine secolare IVE.
Ci teniamo a condividere con lei seppur con grande tristezza e dispiacere il nostro disappunto in merito alla decisione di terminare il rapporto iniziato ormai 8 anni fa con i sacerdoti e le suore di questa famiglia religiosa per non essere riusciti ad “entrare in sintonia” come ci è stato annunciato, desideriamo così portare davanti a lei la nostra umile e spero di cuore non inutile testimonianza.
Contrariamente a quanto da anni si sente vociferare siamo a testimoniare la bontà, la gratuità, la genuinità e l’amore che essi mettono ogni giorno nel loro operato volto a portare con amore e carità alla verità ciascuna delle anime a loro affidate. Prima di conoscerli personalmente io, Alessandro, sono cresciuto da sempre in parrocchia, frequento da quasi 20 anni la parrocchia Maria madre della chiesa tra, oratorio, coro, estate ragazzi, ritiri e attività di ogni tipo ma a distanza di anni se mi guardo indietro mi rendo conto di quanto nella mia esperienza di vita avessi si, molti valori certamente positivi ma mancasse proprio Gesù Cristo, quel senso profondo della mia esistenza; non credevo alla verità ma ad un Vangelo tutto mio, da cui attingere solo quello che personalmente mi faceva più comodo. Scontrarmi con la verità di Cristo da loro annunciata e testimoniata con tanto amore non è stato inizialmente facile per me, sono sincero, come non lo è stato per molte altre persone, mi sentivo come diviso in due, ho visto tante persone scegliere di allontanarsi perché ritenevano le stesse parole di vita di Gesù o l’insegnamento millenario della madre Chiesa troppo duro, scomodo e non più al passo con i tempi, siamo troppo abituati ormai ad una fede “fai da te” e perdiamo così di conseguenza la mira per centrare il vero bersaglio. La mia reazione però contrariamente a quella di altri fu di starci e rimanere dentro questa battaglia interiore perché nonostante tutto riconoscevo che c’era qualcosa o meglio qualcuno che mi stava attirando a sé, ed era proprio Gesù.
Io, Roberta, tengo a condividere, congiuntamente ad Alessandro, la mia personale esperienza con la famiglia religiosa del Verbo Incarnato. Ho frequentato in età adolescenziale un oratorio guidato dal caro Don Gianni, ormai in cielo da qualche anno, presso la parrocchia Santa Giovanna D’Arco. Sebbene mi trovassi molto bene e mi sentissi accolta e nonostante il mio forte desiderio di accostarmi ai sacramenti, mai nessuno, animatori compresi, mi fece comprendere l’importanza della Messa, della preghiera, delle Sacre Scritture. Dopo anni di lontananza, mi toccò personalmente un evento piuttosto doloroso e spiacevole, nel non poi così lontano 2021: persi una persona a me molto cara, mia nonna, la cui perdita mi portò inaspettatamente a qualcosa di davvero straordinario. Vidi Padre Giuseppe per la prima volta a casa mia, per dare un’ultima benedizione e accompagnare l’anima della cara nonna Francesca in cielo: bontà, generosità e massima disponibilità non sono mancate, tanto è che in quei giorni ho potuto condividere il dolore causato da questa perdita con Padre Danilo, Padre Giuseppe e Padre Alessandro, i quali mi hanno successivamente accompagnata nel percorso indirizzato a ricevere il Sacramento della Cresima e, per la prima volta, mi accostai più consapevolmente al Sacramento dell’Eucarestia. Dopo quei mesi, i quali avrebbero potuto segnare l’inizio di un crollo emotivo molto forte, mi trovai sorprendentemente di fronte ad un cambiamento di cui sono tuttora protagonista: la Messa mi ha cambiato la vita e, sebbene sia sempre Dio a guidare la storia, penso che i padri siano davvero strumenti nelle sue mani per tutti noi, i frutti sono tanti. Non è una lode, ma sono davvero loro grata per avermi guidata alla verità, senza la qual la mia vita non sarebbe ciò che è ora. La nostra futura famiglia è uno di quelle tante benedizioni che stiamo ricevendo; tuttavia, senza la continua assistenza di Padre Danilo, nel nostro caso, questo non sarebbe stato possibile. Con la speranza che tutto questo possa ancora portare benedizione nelle nostre vite, grazie davvero di cuore.
Se dunque come dice Gesù: “dai frutti si riconosce l’albero” e come dice Papa Leone XIV nel suo discorso del 06 Giugno 2025: “Dio suscita i carismi perché questi risveglino nei cuori il desiderio dell’incontro con Cristo e per mezzo loro tante persone hanno ritrovato speranza nella vita, hanno riscoperto la maternità della Chiesa e desiderano essere aiutate a crescere nella fede, nella vita comunitaria, nelle opere di carità e portare agli altri nell’evangelizzazione il dono ricevuto”, oggi siamo a testimoniarle i numerosi frutti dell’operato di questi sacerdoti (sia chiaro, qui non si sta parlando di difendere l’IVE in quanto famiglia religiosa, se avessimo avuto la grazia di ricevere gli stessi insegnamenti da parte di altri sacerdoti quali Salesiani, Francescani, Benedettini o diocesani stessi sarebbe uguale, perché il punto è che con questa decisione si sta scegliendo non di potare la pianta affinché porti maggiori frutti ma pare piuttosto si voglia sradicarla totalmente).
In questi anni sono riusciti a far sì che ognuno di noi oggi si senta realmente parte di una grande famiglia che è chiesa prima di tutto, nelle nostre realtà abbiamo assistito a veri e propri miracoli: le comunità sono rifiorite, sono nate vocazioni, tantissimi bambini al catechismo e in oratorio che non vedono l’ora di venire alla messa, di accostarsi ai sacramenti e pregare il Santo rosario (pratica da molti ritenuta poco più che uno sport per anziani fanatici), molte famiglie da prima lontane si sono riavvicinate alla fede, tante giovani famiglie che sono nate in questi anni accompagnate dalla guida di questi religiosi, tra cui la nostra che ci apprestiamo a creare proprio quest’anno il 7 di Ottobre, festa della Madonna del Rosario, tutto grazie allo zelo instancabile di questi sacerdoti!
Ci chiediamo dunque e sarebbe per noi importante trovare una risposta vera e concreta a questa domanda:
dove sta l’errore in tutto questo?
Ci creda, diciamo questo con tutto l’amore e il dovuto rispetto, ma non comprendiamo perché non si riesca a mettere davanti a tutto prima il bene delle anime dei fedeli della sua diocesi, a lei affidate anche attraverso l’opera di questi sacerdoti ma piuttosto sembra essere interessati a disfarsi di una realtà scomoda.
Qui c’è in gioco la salvezza di migliaia di fedeli, tra cui moltissimi giovani e bambini, siamo seriamente preoccupati per il futuro prossimo, poiché è un fatto assodato che la società in cui ci troviamo non ci aiuti e senza un serio e adeguato supporto morale e spirituale rischiamo tutti di trovarci in guai seri. Ci teniamo a precisare che non è una questione personale: pur essendo sensibilmente molto legati a loro, non comprendiamo la ragione per cui, nonostante la grave situazione in cui versa la diocesi di Torino che si trova a fare i conti con la carenza di sacerdoti, ne vengano allontanati tre (e tre suore), di giovane età, pensando che un solo sacerdote, per di più in età molto avanzata, possa sostenere il carico, fisico e spirituale, di servire in egual modo le numerose anime frequentanti la parrocchia.
Saremmo davvero lieti e felici se potesse venire a trovarci e toccare con mano l’aria che si respira in queste comunità per rendervi conto personalmente che non si tratta di chiacchiere ma qui c’è davvero qualcosa di ormai molto raro da riuscire a trovare da altre parti e poter così rivedere la vostra posizione a riguardo, anche valutando una ricollocazione sul territorio della diocesi in qualche comunità estremamente bisognosa di rinascere e poter ricevere quanto abbiamo avuto la grazia di ricevere noi in questi anni, perché le garantiamo che il bene che questi sacerdoti possono fare è veramente tanto!
Con gratitudine per il tempo dedicatoci, un caro saluto in Cristo.
Alessandro e Roberta
Ma se mancano parroci, come mai questi si mandano via?
Angela Maria Provenzale
Come tanti, chiedo che i religiosi del Verbo Incarnato possano rimanere sul territorio torinese. Deo gratias.
Jessica Fraticelli
📨Sua Eminenza reverendissima,
Pace a lei!
Siamo Matteo ed Elisa una famiglia con due splendide bambine e una terza creatura in arrivo.
Ci teniamo molto a scriverle per testimoniare ,nel nostro piccolo, di indegni peccatori, ma desiderosi di salvezza, tutto quello che i padri e le suore della famiglia religiosa del Verbo Incarnato della parrocchia Maria Madre della chiesa hanno fatto per la nostra famiglia.
Quando ci siamo sposati nel 2017 eravamo lontani dalla grazia in ogni ambito della nostra vita, non eravamo aperti alla vita, non andavamo sempre a messa e non pregavano mai assieme.
Nel 2019 grazie a Dio conosciamo i padri ad un corso sui metodi naturali voluto dai padri nella parrocchia di Maria madre della chiesa e ancora grazie a Dio troviamo casa proprio nei pressi della parrocchia e da allora la nostra vita è cambiata.
Abbiamo iniziato un vero e proprio percorso di conversione e avvicinamento a Dio.
I padri sono stati un dono di Dio attraverso cui abbiamo trovato la fede, abbiamo riscoperto i sacramenti, grazie a loro oggi veniamo tutti le mattinea messa,recitiamo tutte le sere il Santo Rosaro insieme alle nostre figlie. Loro ci hanno insegnato l'amore per Gesù Eucaristia e per la Vergine Maria e ci siamo aperti alla vita. Senza i padri saremo stati come pecore senza pastore! Nessuno ci ha aiutato tanto quanto loro.
Loro ci hanno mostrato il volto amorevole di Dio , la sua infinita misericordia e abbiamo trovato il nostro padre spirituale che è sempre disponibile giorno e notte, attraverso di lui Dio si è fatto presente come padre per aiutarci e guidarci in ogni difficoltà.
Inoltre i padri insieme alla presenza generosa e instancabile delle suore sono fondamentali per la crescita spirituale dei nostri figli sono delle vere e proprie guide. Grazie all'oratorio molti giovani si sono avvicinati alla fede e ai sacramenti in un clima di santa allegria e famiglia. I nostri figli sono felici di venire a messa, di confessarsi, hanno amore per Gesù e Maria e questo è stato possibile solo perché sia le suore che i padri dell'ive si spendono senza sosta per aiutarli a farsi santi attraverso la preghiera e un sano e santo divertimento.
Indubbiamente queste parrocchie sono un luogo di grande grazia dove Dio è realmente presente e noi possiamo solo rendere grazie a Dio per questo tempo di grazia che ci ha donato. Sia fatta sempre la Sua Santa volontà!
Quindi la supplichiamo sua Eminenza, lasci i padri e le suore in queste due parrocchie di Maria madre e delle Frassati, venga da noi,stia con noi,saremo contenti di passare una giornata in sua compagnia per mostrarle da vicino e in modo concreto tutto il bene che hanno fatto e stanno facendo.
Siamo certi che non sarà facile, anche perché sembra che tutto remi contro, ma Gesù disse ai suoi discepoli durante la tempesta " Non abbiate paura", ecco Eminenza, noi non abbiamo paura, non abbia paura neanche lei a lasciare i padri e le suore in queste parrocchie, avrà in cambio un infinità di preghiere e ringraziamenti e soprattutto salverà tante tante anime che pregheranno per Lei.
Sicuri che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio le assicuriamo le nostre preghiere e confidiamo in un suo ripensamento.
Che la pace sia con Lei!
Famiglia Vighetti
Frequento abitualmente Maria Ausiliatrice, ma in passato per diversi anni ho frequentato i padri del Verbo Incarnato. Devo a loro molto...gli insegnamenti sui santi, la formazione cristiana ricevuta, l'aver assaporato e compreso fino in fondo il significato intrinseco della messa...grazie a loro ho iniziato a pregare il rosario tutti i giorni. Devo a loro molto...e se devo essere sincero la spiritualità respirata nelle loro parrocchie non l'ho più ritrovata in nessun'altra parrocchia.
Andrea Polonio
L'albero si riconosce dai frutti, ci ha insegnato Gesù. Qui abbiamo ceste sovrabbondanti. Recidere un albero così produttivo in tempi di estrema carestia esige una motivazione veramente seria, altrimenti è semplicemente un paradosso irrazionale di cui bisogna prendersi la responsabilità davanti a Dio.
Simone Spedicato
La comunità dell'IVE è una famiglia: ci hanno accolti, sostenuti, formati, accompagnati. Rimuoverli significherebbe privare una comunità cristiana -che finalmente si sente famiglia di (e in) Cristo- dei riferimenti sicuri sui quali sta poggiando per crescere ancora, rafforzarsi, svilupparsi e diffondersi portando la gioia del messaggio, la gioia della famiglia
Laura Oddo
Frequento la Parrocchia Frassati e anche la parrocchia Maria Madre della Chiesa. Da quando ci sono i Padri dell'IVE è rinata la comunità di noi laici. Ho trovato nei Padri dell'IVE grande ascolto nei momenti difficili, grande fede semplice e pura, veri momenti di forte preghiera e di adorazione.
Elena Serra
Buon pomeriggio a tutti, con la presente si richiedono informazioni sulle motivazioni che hanno portato a decidere di allontanare dalla diocesi di Torino i padri Giuseppe Danilo etc e le suore del Verbo incarnato. Personalmente sono stato molto turbato dalla notizia anche perchè i padri e le suore hanno animato con amore e con dedizione al Signore ed a Maria le parrocchie a loro affidate: evangelizzando con la propria testimonianza molte persone anche lontane dall'amore del Signore. Si parla tanto di amarci tra di noi , di una Chiesa torinese in uscita, accogliente. Ci si lamenta che le Chiese sono vuote che c'è un calo di vocazioni e quando ci sono dei padri che portano avanti il vangelo con amore vengono allontanati senza motivazione lasciando molti parrocchiani senza dei validi pastori e sostituendoli con un sacerdote di 75 anni. Qualunque sia stata la motivazione la parola perdono non dovrebbe abitare in primis nei cuori dei vari prelati nominati come pastori della diocesi di Torino? Agendo in tal modo non si rischia di allontanare altri fedeli dalla Chiesa? Probabilmente una risposta sincera e vera non l'avrò mai ma da parte mia prego per i padri e le suore del Verbo incarnato e per le anime delle persone che per motivi, a sto punto parrebbero personali, hanno allontanato de facto persone che amano il Signore e vivono profondamente nella loro vita questo amore cercando di restituirlo agli altri. Vi auguro un buon pomeriggio nella pace e nell'amore del Signore.
Enrico Signorini
Spero che le nostre preghiere vengano ascoltate.
Mi viene da piangere a pensare che i nostri amati Padri vadano via.
Il battesimo del mio bimbo è stato uno dei giorni più importanti per me.
Come vorrei che crescesse in questa bella comunità.
Non allontanateli; ve lo chiedo per favore.
Laura Gallo
📨Eminenza Reverendissima,
ieri sera si è svolto l’incontro nella parrocchia Maria Madre della Chiesa insieme a Don Mario Aversano vicario episcopale, Don Alberto moderatore U.P. e P. Ugo vicario per la vita consacrata. Don Mario ha parlato di mancanza di sintonia con i padri e le suore dell’Istituto del Verbo Incarnato.
Quale sintonia? Non ci è stato risposto. Centinaia tra bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani, ammalati, famiglie, vorrebbero saperlo. Da parte di noi laici c’è assoluta sintonia. I religiosi hanno commesso mancanze di natura dottrinale, pastorale, violato il Cod. di diritto canonico? All’unanimità non ravvediamo alcuna mancanza.
Le racconto brevemente la mia esperienza con i padri e le suore dell‘Istituto del Verbo Incarnato a Torino, visto che li frequento dal 2018.
Grazie a loro si è creata una famiglia nelle due parrocchie Maria Madre della Chiesa e Beato Pier Giorgio Frassati. I padri e le suore sono veramente molto bravi, preparati e molto disponibili.
Fin dal primo momento mi ha colpito la loro attenzione nella celebrazione della S. Messa (celebrata solo in Novus Ordo), che fanno vivere in modo splendido. E non solo.
La formazione settimanale dei giovani adolescenti, universitari e lavoratori.
L’oratorio molto vivo durante l’anno, l’Estate Ragazzi e il campo estivo.
Il coro dei giovani.
Ottime catechesi e omelie.
Il catechismo.
La bella formazione alla Consacrazione a Maria secondo gli insegnamenti di S. Luigi Maria Grignion de Montfort.
L’adorazione quotidiana (prima della Messa feriale e festiva della sera) e settimanale (il venerdì tutto il giorno).
La recita quotidiana del S. Rosario prima di ogni S. Messa.
E anche i bambini lo recitano con fede.
La formazione alle famiglie.
La direzione spirituale di tanti fedeli giovani e adulti.
La disponibilità quotidiana, praticamente senza orario alla Confessione.
La chiesa sempre aperta, anche dopo cena!
L’assistenza spirituale ai malati.
Le processioni mariane per le vie del quartiere.
Gli esercizi spirituali secondo gli insegnamenti di S. Ignazio di Loyola.
La formazione dei chierichetti.
La recita di Natale dei bambini.
Il gruppo pensionati.
Il centro di ascolto.
Le partite a calcetto ogni settimana.
La scuola parentale cattolica, che tanto bene sta facendo ai bambini e alle famiglie.
E altro ancora.
A fronte di tutto questo le chiedo: Ce ne sono tanti preti così? Vi siete informati da noi laici cosa fanno i padri e le suore?
La tanto proclamata sinodalità dov’è?
E il sempre più promosso ruolo dei laici?
È proprio adesso che dovete ascoltarli. Dov’è il camminare insieme? Noi lo stiamo facendo. Visto che c’è carenza di sacerdoti perché mandarne via addirittura tre?
Le chiedo di non distruggere due comunità vive e splendide ma piuttosto intervenire dove non funziona, che non è assolutamente il nostro caso.
Mi rendo conto che, da quello che vedo, la diocesi ignora sia chi siano i padri e le suore dell’Istituto del Verbo Incarnato, sia tutto ciò che succede nelle nostre due parrocchie, soprattutto i frutti, che ho elencato brevemente. E noi laici, che li frequentiamo, siamo a conoscenza del gran bene che fanno.
La bella realtà come la nostra non è un orticello privato ma una risorsa comunitaria da difendere.
Ringrazio il Signore e Maria Santissima per aver incontrato i padri e le suore del Verbo Incarnato, e chi ha voluto farli arrivare a Torino. Tutto quello che fanno è per la maggior gloria di Dio, e si vede, e per la salvezza dell’anime a loro affidate, e si vede anche questo.
La ringrazio se vorrà tener conto del contenuto di questa accorata lettera e lasciare i padri e le suore nelle nostre due parrocchie a Torino.
La saluto cordialmente.
Alberto Masoero
Torino, 07 giugno 2025
📨
Vorrei esprimere alcune considerazioni in relazione all'assemblea in oggetto;è risultata evidente una comunità compatta,che ha espresso verso i propri Padri sentimenti di grande stima e religiosa devozione supportati da innumerevoli testimonianze vissute,insomma tutta l'assemblea si dichiarava in totale,convinta sintonia con i Padri,come peraltro avviene da vari anni.Tale sintonia deriva anche dalla vita reale della parrocchia:disponibilità continua di sacerdoti e suore a richiesta di interventi o aiuti,confronti diretti,o con vari gruppi di laici,su tutte le tematiche,anche informalmente,al di fuori o a completamento dei momenti di catechesi,senza imposizioni autoritarie o dogmatiche,confronti che oserei definire quasi paritetici.C'era sempre lo spazio per un dialogo aperto,e se le divergenze di sensibilità permanevano,si faceva riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica(versione ultima con prefazio del Cardinale Fisichella);siamo pecore del gregge in senso evangelico e non pecoroni che tutto bevono acriticamente,sappiamo,ci hanno insegnato,che la ragione,dono di Dio,si accompagna benissimo alla Fede.
E c'è poi un punto fondamentale che qualifica l'attività dei nostri sacerdoti e suore:essere di esempio.Ben sappiamo che la guida di un gruppo,massimamente di una famiglia,trae la sua efficacia più dall'esempio della vita vissuta dalla guida stessa,piuttosto che da tante dichiarazioni,affermazioni o ramanzine varie;è quel che si respira più di quel che si sta a sentire,che conta.Ne abbiamo fin troppo del"fate quel che dico non fate quel che faccio";in questa parrocchia invece la massima è :"ascoltate quel che dico e fate come faccio",qui il faccio è veramente esempio da seguire.L'esempio che offre un maestro con il proprio operato mi sembra dover essere il primo criterio di valutazione,e,in questo senso,i nostri Padri meritano una promozione a pieni voti,e con lode.
E' quindi chiaro,per quanto sopra detto,che cambiarci i Padri ,questi Padri,in questa comunità,non come un naturale,comprensibilissimo avvicendamento per motivi logistici di età o altri motivi organizzativi, ma con un provvedimento d'imperio,è per noi parrocchiani evento traumatizzante,non si cambiano i Pastori come si cambierebbe un capufficio in azienda;allontanarci i nostri sacerdoti e suore ,in quel modo,ci turba e ci sconvolge nel nostro intimo più profondo,nella nostra coscienza religiosa.
La nostra richiesta ,la nostra accorata petizione al nostro Vescovo non è di conoscere le motivazioni del provvedimento,poiché non si tratta certamente di comportamente disdicevoli o in odore di diabolica eresia che ci sentiamo di escludere a priori,"ci mettiamo la mano sul fuoco ",la nostra accorata petizione è che il nostro Vescovo abbia la misericordiosa bontà di voler ancora prendere in considerazione la sospensione del provvedimento,magari di voler ascoltare anche le nostre voci,se poi avesse la possibilità di venirci a incontrare,sarebbe veramente accolto con grande deferenza,gratitudine e riconoscenza.
Un parrocchiano che deve molto ai Padri di questa Parrocchia
Giuseppe Pagliero v, Baltimora 83 10137 Torino tel xxxxxxx
📨Reverendissima Eminenza,
Le scrivo da Saint-Laurent-sur-Sèvre (Francia) dove ieri ho partecipato alla S.Messa del 1° sabato di Giugno, celebrata sulla tomba di S.Luigi Maria Grignion de Monfort. Sono venuto fin qui insieme a mia moglie per rinnovare la Consacrazione a Maria Santissima, ringraziandoLa per averci fatto incontrare i Sacerdoti e le Suore dell’IVE di Torino, grazie ai quali abbiamo conosciuto tale pratica ed imparato a vivere in profondità la nostra fede in precedenza assai tiepida, superficiale e distratta. Viviamo spesso all’estero, ma quando siamo a Torino, continuiamo a ricevere grandi grazie spirituali, frequentando assiduamente le parrocchie affidate ai Padri ed alle Sorelle dell’IVE. Riflettendo sulla Sua decisione di allontanarli, sono certo che Gesù alludesse anche a loro quando ha detto “Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male a causa mia, rallegratevi ed esultate, poiché grande è la vostra ricompensa nei cieli (Mt 5,11-12)”. Quindi, Le chiedo umilmente e rispettosamente di riconsiderare la Sua decisione ed le relative conseguenze sulla vita spirituale dei torinesi a Lei affidati. Continuerò a pregare per Lei. Cordialmente, Guglielmo
La Parrocchia Maria Madre della Chiesa con i Padri dell'Istituto del Verbo incarnato, Padre Danilo, Padre Giuseppe e Padre Alessandro e le suore sono per noi e per i nostri figli dei testimoni autentici della fede cristiana, della sua bellezza e concretezza e un punto di riferimento per noi!!!
Roberta Manzo
Grazie a Dio per aver conosciuto i padri e le suore dell'IVE. Inoltre i miei nipotini non vedono l'ora di fare estate ragazzi nella parrocchia Maria Madre della Chiesa. Affido al Signore e all'intercessione della Madonna la permanenza dell'IVE nelle 2 parrocchie di Torino.
Mirella Coschignano
I nostri padri sono unici non mandateli via, ho conosciuto i padri quando abbiamo fatto il corso prematrimoniale e mi hanno fatto accolto subito nella loro famiglia religiosa e il mercoledì con i padri giochiamo insieme a calcetto per stare insieme divertirci ❤️
Antonio Spatola
Conosco i padri del Verbo Incarnato e sono affranta per questa decisione di allontanarli da Torino. Loro sono nel quartiere dove sono nata e dove ho i tutti miei cari della mia famiglia di origine (siamo sei fratelli) che li seguono da che sono stati assegnati nella parrocchia Maria Madre della Chiesa e che è così felicemente attiva per tutti i suoi parrocchiani. Invoco Maria SS. Madre della Chiesa, affinchè possano continuare a rimanere lì! Dio sia lodato🙏🏻!
Lucia Garrapa
Spero con tutto il cuore che i nostri sacerdoti rimangono con noi ci hanno aiutato ad accettare la volontà di Dio per le malattie che ci sono nella nostra famiglia più di tutti in mio figlio Giuseppe ,e aiutato a dare più rispetto alle promesse fatte quando ci siamo spostati,e più di tutto stanno creando una bellissima comunità dove ci si vuole bene e ci si aiuta .
Maria Chiabrando
Imparare ad amare Maria come Madre di Dio e come Madre nostra con IVE è facile perché i padri danno loro stessi la testimonianza di ché cosa è l'umiltà l'accoglienza e l'amore verso tutti coloro che sono Amati da Gesù e Maria . Il Signore li Benedica e la Madonna li protegga sotto il Suo Sacro manto. Grazie a tutti padri dell'IVE per come mi avete accolta .🙏🙏🙏
Felicia Rosanna Di Gennaro
Mi dispiacerebbe tanto andassero via, hanno creato un ambiente accogliente e sicuro nella parola di dio, in questa chiesa si sente l'ambiente familiare e i nostri figli vanno volentieri a sentite la parola di dio e ai corsi per diventare migliori cristiani.. cosa che da questi tempi tra istagram tik tok e altri canali ormai si crede solo a la fama popolarità anche a costo di diventare ridicoli o altre cose peggiori .. era da quando ero bambino che non trovavo un ambiente di oratorio dove si giocava si imparava si studiava la storia della nostra Fede per cercare di esere migliori persone con dei valori a servizio della comunità e della chiesa nel rispetto di Dio e delle altre persone della tua comunità.. in.tempi come questo ci vorrebbero più congregazione come questa che cerca di insegnare la parola di dio a tutta la famiglia e ti fa sentire accolto e al sicuro anche per i.nostri figli che crescono imparando la parola di dio diventando persone miglioro nel rispetto della fede e degli altri ..
Vladimir Ulises Ramos
📨Buongiorno Monsignor Repole.
Mi presento, sono Rosanna Grinzato, ho 60 anni, sono sposata da 37 anni con Sergio, abbiamo quattro figli, uno già in Cielo. Sono parrocchiana della parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati, presto santo !! in Torino.
La ringrazio per il tempo che potrà dedicarmi.
Vorrei esprimermi in merito alla ridistribuzione dei parroci nella diocesi di Torino.
Vorrei fare due constatazioni.
La prima : sappiamo che la diocesi di Torino è carente di sacerdoti. Molti sono anziani, malati, mancano vocazioni religiose. Poter offrire a tutti i fedeli ogni giorno almeno la santa Messa, la possibilità di confessarsi e di ricevere la dottrina cristiana sembra esser diventato difficile. E anche si prospetta l’idea di dare più potere ai laici, per sopperire alle necessità dei fedeli.
La seconda: nelle nostre parrocchie, Beato P.G.Frassati e Maria Madre della Chiesa, abbiamo attualmente tre sacerdoti giovani che svolgono il loro ministero sacerdotale per una gran numero di fedeli, e si prospetta la concreta realtà che vengano rimossi dal loro incarico. Dalle nostre parrocchie, ma anche dalla Diocesi torinese.
Mi sembra che ci sia qualcosa in contraddizione tra le due realtà.
Innanzitutto non è chiaro il motivo di questo cambiamento : mancano sacerdoti, e là dove ci sono, vengono mandati via.
Siamo tutti coscienti, che nessun laico può sostituire il sacerdote.
Un laico può aiutare nelle attività parrocchiali, può sostenere il parroco, può farsi carico della manutenzione e pulizia dei locali della chiesa e della parrocchia, può svolgere mansioni di segreteria, animazione, catechismo..
Ma nessun laico può celebrare la santa Messa, né può assolvere..
Ci verrà a mancare tutto questo ?
E non ci consolerà sapere che tutto questo sta diventando la normalità.
Né ci stancheremo di pregare e lottare per poter crescere nell’amore a Gesù e Maria come abbiamo imparato a fare in questi anni, nella piena fedeltà alla Chiesa Cattolica e al Papa.
Nella diocesi, molti parroci vengono spostati, riassegnato un nuovo compito. Pare che solo per i sacerdoti (e le suore ) della famiglia religiosa del Verbo Incarnato un posto non ci sia.
Monsignor Repole, se lei potesse vedere quante cose buone hanno portato i padri dell’IVE !! Forse potrebbe rivalutare la posizione presa nei loro confronti. “Vieni e vedi” dice il Vangelo. Venga !! La aspettiamo!!
Ho visto nascere questa parrocchia, abitando lì fin dalla costruzione della chiesa.
Ma proverò a raccontare qualcosa . Mi permetto di parlare al plurale, perché e’ un sentimento comune, ciò che esprimerò.
Abbiamo sperimentato come parrocchiani, ormai da sette anni, quanta gioia e nuova vita nella Fede, abbiano portato i sacerdoti della famiglia religiosa del Verbo Incarnato!
Possiamo toccare ogni giorno con mano la grazia di Dio! E non solo noi, strettamente residenti nel territorio della parrocchia.
Come spiegare il fatto che arrivano qui, fedeli da altre parrocchie, anche da fuori città, e che sperimentano da subito la pace,la sensazione di stare in famiglia, la carità, la misericordia di Dio, la purezza del Vangelo, il bisogno di tornare in grazia di Dio?
Noi , per quanto restiamo fragili e peccatori, con la guida dei sacerdoti del Verbo Incarnato, (che è semplicemente la fedeltà totale e incondizionata al Vangelo, e profumata di molte virtù) , ci sforziamo ogni giorno di aprire, anzi! Spalancare ! le porte a Cristo!
Siamo sconcertati e increduli verso la decisione di revocare il loro ministero tra noi, dal momento che hanno fatto, e fanno tanto bene!
Dai frutti si riconosce l’albero : e qui di frutti meravigliosi ne abbiamo visti tanti!!
Allora … perché tagliare l’albero? Anche il padrone della vigna pazientò davanti al fico che non produceva, ma qui,l’albero produce abbondantemente..
C’è qualcosa che non torna , neppure umanamente.
Sembra che si stia decidendo di tagliare l’albero ! Che non è propriamente tagliare l’albero della famiglia religiosa,ma sarà tagliare l’albero della Vita!! Tagliare il Vangelo vivo che vediamo ogni giorno incarnato in modo semplice, trasparente e fermo nei religiosi della famiglia IVE.
Ecco perché non comprendo, insieme a molti altri, questo provvedimento. Vorremmo trovare chiarezza.
Abbiamo trovato la perla preziosa di cui parla il Vangelo! La moneta perduta! Perché dovremmo rinunciare al tesoro che il Signore ci ha messo davanti? Siamo cresciuti molto, ed in molti, nella Fede,in questi anni. Non comprendiamo.
E’ come dire : grazie Gesù per tutto quello che ci hai dato in questi anni attraverso l’operato instancabile di questi sacerdoti; grazie per la crescita spirituale, per la gioia e la pace interiore, grazie! Grazie Gesù per tutte le conversioni che abbiamo visto ! Grazie per le vocazioni che abbiamo visto nascere e fortificarsi! Grazie per tutto ! Ma adesso faremo da soli, non servi più Gesù. Non abbiamo bisogno dei tuoi ministri!
Non riusciamo nemmeno a pensare che tutto questo possa accadere veramente!
Non vogliamo perdere la santa Messa quotidiana ! Non vogliamo perdere l’adorazione Eucaristica quotidiana! E ogni giorno sono 2 ore trascorse in preghiera, tra adorazione e santa Messa. Non vogliamo rinunciare alla Confessione frequente come abbiamo imparato a fare!
Non vogliamo che siano interrotte le numerose attività di apostolato per ogni fascia di età!
Non vogliamo perdere la formazione permanente, e più volte in un mese, oltre le omelie delle sante Messe, cui siamo felicemente abituati !
E ancora: se verrà a mancare la presenza della famiglia religiosa, chi è giovane e può farlo, si sposterà a cercare altrove la santa Messa e i sacramenti. Ma gli anziani, i malati, i disabili, che ora hanno assistenza spirituale a casa, regolarmente, resteranno soli ? Chi andrà in ospedale, a casa dai morenti, anche lontano dalle nostre parrocchie, come hanno fatto in questi anni con tanta gioia e tanta instancabile carità i sacerdoti del Verbo Incarnato?
Spesso ci insegnano a chiedere a Gesù, di farci avere sete e fame di Lui..
Ma qui si parla di chiudere le chiese..
Si parla di allontanare santi sacerdoti, fedelissimi al Vangelo, senza valide motivazioni..
I fedeli saranno lasciati da soli, a morire di sete e di fame di Dio!
Mi permetta di ripetermi Monsignor Repole: noi non comprendiamo questo riassetto delle parrocchie, non comprendiamo perché i nostri parroci non rientrino nemmeno nel riassetto..
Vorrei descrivere alcune delle cose belle che vivo da sette anni.
Vorrei dire per esempio, qualcosa sulla santa Messa, così come la viviamo celebrata da questi sacerdoti.
Abbiamo da subito amato la sacralità con cui celebrano, la calma e la pace con cui parlano ,si muovono, o toccano l’Ostia consacrata, il rispetto per le cose sacre,il silenzio che è necessario, specialmente in alcuni momenti..
Questo ci ha fatto tanto crescere spiritualmente !! Questo ci ha fatto sperimentare la gioia della Messa! Questo ci ha portato ad entrare in una relazione più profonda con Gesù ,e sentiamo vivo il bisogno di portarLo intorno a noi dove viviamo, dove lavoriamo, per strada, al supermercato…
Voglio dire una parola sulle omelie. La loro semplicità nello spiegare il Vangelo è meravigliosa !! Ci sono a volte riferimenti storici dei luoghi e del tempo in cui visse Gesù, perché alcune cose ci siano chiare, riguardo per esempio a usanze, abitudini e modi di dire, riferibili a quell’epoca,per esempio. Ma la cosa più importante è capire cosa ci sta dicendo Gesù nel concreto : cosa fare oggi! Come comportarsi oggi! Come difendersi oggi , da ciò che contrario al Vangelo! E questo è fatto con parole semplici, con esempi concreti alla portata di ogni uomo di buona volontà ! Ci aiutano a farci santi, là dove siamo, nel mondo, secondo il nostro stato di vita, con tanti incoraggiamenti e tanta carità! Prima di tutto con il loro splendido esempio , che è una rinuncia veramente eroica di sé stessi pur di portare le anime al Paradiso!
Le omelie, ma anche le catechesi di formazione varia, scaldano il cuore, infiammano di amore per il Signore, sono sempre ispirate alla Parola di Dio, ma anche ricche di riferimenti al Catechismo della Chiesa Cattolica, alla vita esemplare dei santi.
“Siate santi, perché Io, il Signore Dio vostro, sono santo”. E’ positivo ed incoraggiante per noi ascoltare e trarre insegnamento dalla vita dei santi! Solo un cammino serio verso la santità ci farà felici qui in Terra e un giorno, per l’infinita bontà di Dio, in Cielo.
Ma dove il Vangelo è sminuito, abbassato alle povere comodità umane, e scende a compromessi con le attrattive del mondo … non può portare sulla via del Cielo..
Ecco perché le chiese si svuotano!! Perché non sempre vi abita più Gesù ! Si fa credere che Gesù è tanto buono e misericordioso, da farsi accondiscendente al mondo e ai suoi progetti per poterlo salvare. Ma è un inganno!! E così molte anime vengono pian piano distolte dalla Verità e strappate, forse senza rimedio alla vita del Cielo per cui siamo stati creati!! I sacerdoti hanno una grande responsabilità davanti a Dio se per causa loro le anime si perderanno!
Qui in parrocchia, in molti siamo concordi nel dire che potremmo ascoltare per ore senza stancarci le omelie e le catechesi dei sacerdoti del Verbo Incarnato ! E il tempo passato in chiesa diventa nutrimento vero, e sembra non bastare mai..
Non sono loro che attirano fedeli: ma è quel Gesù, che hanno meravigliosamente stampato nell’anima e che si riversa su di noi in modo semplice e costante, dolce, consolante, fortificante, vero e reale.
E’ abbastanza nella norma ,qui da noi, che pur dopo una giornata intensa, i sacerdoti abbiano sempre il tempo per una confessione, per un consiglio, per ascoltare i nostri problemi e asciugare le nostre lacrime.. E questo è sempre svolto con pazienza,con il sorriso e l’accoglienza, senza mostrare mai segni di stanchezza..
Non saremo mai abbastanza grati a Dio per quanto ha fatto e sta facendo per noi attraverso questi suoi ministri!
Io personalmente, non so se potrò mai ripagare questo amore di Dio che sento per me, vivo, forte, e costante! Resto povera e peccatrice, ma so che posso confidare su Gesù, e non sulle mie forze, che porterebbero a ben poco..
Ma adesso cosa succederà Mosignor Repole ? Se un sacerdote dovrà curare le anime di 5/6 parrocchie in contemporanea, non avrà tempo per tutte le pecore affidategli, forse nemmeno potrà svolgere al meglio il suo importante ministero ...
Mi è capitato di partecipare a qualche Messa fuori parrocchia, a volte per un funerale, o per un imprevisto che non mi permetteva di raggiungere la mia parrocchia di appartenenza per il tempo della Messa...
Con grande dispiacere, devo dire che a volte ho sofferto per la fretta con cui il sacerdote “buttava” l’Ostia consacrata nella patena, subito dopo la consacrazione..
A volte, ho sentito cose contro i comandamenti, predicate come fossero la normalità.. Sentivo che questo mi portava sofferenza e confusione.. Ho pregato per quei sacerdoti … Ma non sono la sola ad aver vissuto queste contraddizioni, tra i ministri di Dio e i Suoi comandamenti.. Con dolore penso a quante anime finiscano pian piano per assorbire come normale, ciò che invece è semplicemente peccato agli occhi di Dio.. Perché qui nessuno vigila?
E qui, che abbiamo il Vangelo vissuto e predicato con purezza e semplicità, si sta pensando di chiudere, di mandare via… C’è qualcosa di incomprensibile...
Fin dalla prima Messa che hanno celebrato qui in parrocchia, ho sentito che c’era qualcosa di nuovo e di meraviglioso in questi sacerdoti : la loro gioia e semplicità, mi hanno fatto pensare fin da subito : se c’è un modo per testimoniare veramente il Vangelo , è questo! E anche io voglio portare Gesù agli altri così come fanno loro! Non sapevo nemmeno che cosa fosse il terz’ordine della famiglia religiosa, ma il seme era stato messo, e finchè non ho avuto la formazione necessaria e anche io sono diventata parte della famiglia religiosa come terziaria,impegnandomi a seguire con fedeltà il carisma dato, mi sentivo una cristiana incompleta. Sia ringraziato Dio che si è degnato di farmi anche questo immeritato dono!
Ricordo benissimo che nella prima omelia settimanale , il sacerdote ci esortava a farci santi, commentando “Filotea” di san Francesco di Sales. E anche questo fu causa di grande gioia e speranza in un mondo che ha dimenticato che tutti sono chiamati alla santità! E con molta umiltà, ogni giorno i sacerdoti dell’IVE, ci danno esempio fermo e gioioso di poter camminare tutti per la via che porta in Cielo!
Non posso che ringraziare i padri del verbo Incarnato che ci hanno insegnato cosa sia la direzione spirituale! Un aiuto validissimo per affrontare ogni situazione della nostra vita alla la luce del Vangelo.
Non posso che ringraziare, perché con la famiglia religiosa ho potuto rivivere la gioia delle processioni mariane ed eucaristiche per le vie del quartiere in ogni occasione possibile! E con grande partecipazione della gente.
E voglio ringraziare per aver vissuto la missione popolare durante l’anno giubilare della nostra parrocchia, per ben due volte, a inizio e a fine anno! Ho visto la gioia di questi missionari che annunciavano Cristo con entusiasmo , con sacrificio enorme di sé (la missione popolare li impegnava dal mattino molto presto, fino a tarda sera!), bussando casa per casa per conoscere lo stato delle persone, consolare le loro lacrime, dare conforto, amministrare sacramenti, giocare instancabilmente con bambini e grandicelli,(non sempre facili da gestire) , organizzare conferenze, catechesi, ascolto, divertimento per grandi e piccoli in santa allegria..
Chi non ha visto, non può comprendere il valore di queste missioni.
Io non solo non avevo mai vissuto questa esperienza, ma nemmeno ,mai ne avevo sentito parlare!
E quanta grazia ha portato! E non solo per noi! Sempre abbiamo chiesto che lo Spirito Santo scendesse su tutta la nostra città, per tutti..
E anche ho vissuto la stessa esperienza della missione popolare nella parrocchia sorella, Maria Madre della Chiesa, circa un anno prima che fosse organizzata alla parrocchia Frassati.
Anche questo va detto: le nostre parrocchie si sentono sorelle! Condividiamo le stesse guide, i sacerdoti e le suore del Verbo Incarnato, e questo ha fatto nascere un clima molto familiare di grande gioia e amicizia reciproca tra i parrocchiani, che pur stanno in quartieri differenti, e non adiacenti tra loro.
Avevo avuto modo di seguire il cammino di consacrazione in materna schiavitù d’amore con il carissimo don Primo Soldi, parroco qui alla parrocchia Frassati.
Con i padri del Verbo Incarnato, la formazione per consacrarsi o rinnovare, è permanente! E anche questo cammino fa crescere ! E soprattutto ci porta più facilmente e più brevemente a Gesù!
Un pensiero vorrei farlo sulle vocazioni sacerdotali e religiose, che sembrano tanto mancare in questi tempi.
Gesù ha detto “Pregate il Padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”. Questo è ciò che abbiamo imparato a fare fin da subito quando ci siamo accorti che cosa significhi avere santi sacerdoti! Prima in forma personale,almeno per me, come un bisogno enorme di chiedere a Dio che molte altre persone siano toccate da questa grazia di avere santi sacerdoti a cura delle anime! Ma ben presto abbiamo cominciato a pregare regolarmente tutti i venerdì del mese,durante l’adorazione al Santissimo,(che dura dal mattino fino alla Messa del pomeriggio) , per chiedere l’aumento, la perseveranza e la santità delle vocazioni sacerdotali e religiose.
E’ il “progetto delle 40 ore” nato ad esempio di un gruppo di mamme di Lu Monferrato, proprio qui in Piemonte , quando, mancando vocazioni religiose le mamme cominciarono a pregare il Buon Dio di donare sante vocazioni sacerdotali e religiose. E il buon Dio benedì grandemente! Anche nelle nostre parrocchie sperimentiamo che la bontà di Dio supera di gran lunga la povertà della nostra preghiera e concede vocazioni..
Pregare per le vocazioni sacerdotali e religiose sante e perseveranti, è diventata un’esigenza che sentiamo nel profondo del cuore! Perché sappiamo che farà tanto bene alle anime ! E grazie a Dio, alla Sua santa Madre, e a san Giuseppe, vediamo i frutti della nostra, sempre poverissima preghiera.. Ogni 14/15/16 del mese , per la durata di 40 ore, preghiamo insieme a mamme, ma non solo, di ogni parte del mondo per queste intenzioni. E Dio fa il resto.
Solo Dio chiama. Solo Lui sa quale è il miglior progetto vocazionale per ciascuno, che sia di consacrazione religiosa o di stato laicale. E’ solo nell’adesione libera e gioiosa alla nostra vocazione che saremo davvero testimoni credibili ed entusiasti di essere cristiani! Nessuno può manifestare all ‘esterno una gioia così grande se non è radicata dentro, nel profondo.
I sacerdoti del Verbo Incarnato hanno predicato fin dal loro arrivo, gli esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola. Un tempo privilegiato di silenzio e di cura per l’anima, che in molti hanno apprezzato e continuano a frequentare una volta l’anno! Un meraviglioso tempo di grande maturazione interiore,di luce e di misericordia .
E vorrei spendere almeno una parola per le suore Servidoras, le suore dell’Istituto che accompagnano in molteplici attività, i sacerdoti nelle due parrocchie.
A modello dei sacerdoti, le suore sono sempre sorridenti e instancabili; sempre accoglienti, sempre attente alle nostre esigenze, pronte a sostenerci nelle difficoltà e ferme nell’ incoraggiarci nel cammino di santità!Sono per noi mamme, sorelle, amiche, guide,maestre, cuoche, esempio e aiuto ... Sono un pezzetto di Cielo che fa tanto bene all’anima,e non vogliamo perderle!
Sono loro che organizzano ogni anno il pellegrinaggio a Lu Monferrato, dove arrivano mamme da ogni parte del mondo per pregare per l’aumento,la perseveranza e la santità delle vocazioni sacerdotali e religiose. Un pellegrinaggio denso di preghiera, adorazione diurna e notturna, Messe, Confessioni.. E tanto spirito di famiglia, tra persone che nemmeno si conoscono e parlano lingue non sempre comprensibili. La gioia e la santa allegria fanno da padrone, oltre naturalmente il fine ultimo per cui ci si incontra!
Le suore organizzano tutto : iscrizioni, spostamenti, pernottamenti per chi viene dall’estero, pasti, spuntini, libretti per la preghiera e il canto…
Le suore si occupano regolarmente della cura della chiesa, nell’addobbo dell’altare, nella disposizione dei fiori,la biancheria finemente ricamata, l’allestimento degli altarini per le processioni..
Aiutano i sacerdoti nel catechismo a bambini e adolescenti. Sono sempre presenti e super attive nelle serate di formazione per giovani e adulti. E spesso gli incontri vanno ben oltre l’orario canonico della formazione:perché le suore, come i sacerdoti, sono sempre attenti e disponibili ad ascoltare una preoccupazione, a festeggiare un traguardo, a lenire una ferita …
Sacerdoti e suore sono sempre pronti! Sempre pronti a portare in ogni momento le anime a Dio!
Le suore si occupano inoltre di molte cose pratiche, (ma non solo) , nei campeggi estivi ed autunnali dei bambini. E nei momenti di festa parrocchiale, preparano giochi e intrattenimento per tutti !
Le feste cominciano spesso dopo la partecipazione alla Messa, e sempre si concludono con un canto alla Madonna. E così stiamo sempre nella pace e nella gioia.
Per una grazia , che certo non merito, ma che mi dà molta gioia, sono stata chiamata ad insegnare il catechismo ai piccoli.
Abbiamo speso 3 o 4 incontri formativi per noi catechisti, a leggere la sua nota sulla formazione dei bambini, i percorsi da tenere, la formazione permanente dei giovani, delle famiglie.
Si leggeva, e io pensavo : che bello! Questo già lo facciamo anche noi! Anche questo!
I padri, già fin dal loro arrivo hanno adottato queste linee guida, prima ancora della sua lettera signor Arcivescovo. Allora non comprendo quando si dice che “i padri non sono in linea con le direttive dell’Arcivescovo”. Non è chiaro . E non ci è chiaro come mai non ci possano essere date le motivazioni reali, in modo semplice, così da poter capire. Si chiede maggior partecipazione dei laici: eccoci. Ma se già veniamo tenuti all’oscuro di una cosa che ci sembra fondamentale sapere, come possiamo sentirci accolti in questa collaborazione?
Ho imparato personalmente, come molti altri, per il bene delle nostra anima, che dove c’è poca trasparenza , c’è tenebra. Se non c’è chiarezza, non è il Bene ad operare, ma il maligno. E non si tratta di sapere “cose private e personali gia’ dette tra il vescovo e i padri e il loro superiore” come ha detto più volte il suo delegato don Aversano. Si tratta di capire: se ci sono errori tanto gravi da compromettere l’operato dei padri, è giusto che dobbiamo saperlo. Ma se non c’è nulla.. bisogna essere onesti.
Mi scusi nel mio modo di parlare, non voglio mancare di rispetto a nessuno e tanto meno a un Vescovo e ai suoi collaboratori sacerdoti.
Una cosa è certa: il Vangelo, così come l’abbiamo visto vivere e predicare dai religiosi della famiglia religiosa del Verbo Incarnato, è attraente, conquista, fa ardere il cuore! Ha trasformato la Fede un po’ morta e abitudinaria che avevo prima , in un fuoco che non può essere tenuto per me, e sento anche io il bisogno forte di portare Gesù agli altri come ho visto fare, pur con tutti i miei limiti e la mia fragilità, secondo il mio stato di sposa e di mamma, senza cedere a nessun compromesso con il mondo che tutto pretende di facilitare, di alleviare,di sollevare,ma, sotto falsi nomi di rispetto, tolleranza, apertura,inclusione, sfide…. mette da parte Gesù, e predica ben altro..
Solo la Verità ci rende liberi e solo annunciando fedelmente la Verità possiamo sperimentare la vera pace e la vera gioia dell’anima! Solo la Verità ci fa meravigliare e stupire continuamente delle cose di Dio !
Un Vangelo annunciato a metà, per raccogliere consensi dal mondo più che raccogliere anime, non darà pace e gioia a nessuno, e tanto meno la salvezza eterna!!
Confido nella bontà misericordiosa del Signore che mai abbandona chi lo cerca con cuore sincero, certa, che Egli solo ci guiderà nel cammino verso di Lui, anche e soprattutto in questo tempo difficile, e che provvederà Lui stesso a sciogliere queste preoccupazioni e a mostrare la Sua bontà e potenza.
Tutto sia per la maggior gloria di Dio , per la santità dei sacerdoti e per la salvezza delle anime.
E alla Vergine Santissima, alla quale noi tutti siamo consacrati, affido la protezione e la difesa di tutti i suoi amati sacerdoti, tutti i sacerdoti della nostra diocesi torinese ed in particolare quelli della Famiglia religiosa del Verbo Incarnato , che in ogni parte del mondo, dove, senza sosta , con molto sacrificio e grande umiltà, senza paura e senza vergogna alcuna, senza mai accettare compromessi con il mondo, spendono la loro vita perché il Vangelo sia portato a tutte le anime perché siano salvate!
Sotto la Tua protezione ci rifugiamo santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen
Ringrazio per l’ascolto.
Torino, 08/06/2025 Domenica di Pentecoste
Rosanna Grinzato
Eminentissimo signor cardinale Roberto Repole,
mi chiamo Luca Di Piazza, ho 43 anni e sono sposato con Marika dal 2014, abbiamo 4 figli, di cui uno in cielo ed il quinto in arrivo.
Le scrivo perché, a seguito dell'incontro del 6 giugno con il Vicario Don Mario Aversano, è stata confermata la decisione di allontanare l'IVE dalla Diocesi di Torino.
Sono profondamente dispiaciuto di questo poiché questo movimento, ispirato dalla Santissima Maria e dallo Spirito Santo, ha donato tantissimo a tutta la comunità parrocchiale e non solo; ci sono molte testimonianze anche al di fuori della Parrocchia.
Per quanto riguarda me e la mia famiglia, possiamo solo essere grati perché il Signore ha permesso che l'IVE sia subentrato nella gestione della Parrocchia Maria Madre della Chiesa.
I Padri ci hanno aiutato come coppia e sono stati tra i protagonisti nella Ns apertura alla vita; in questo periodo storico dove tutti, persino alcuni parroci, ti prendono per matto se hai più di 2 figli, loro ci hanno invece sostenuto senza giudicarci e senza svilire la nostra scelta perché, come sta scritto:
"I figli sono un'eredità del Signore, i frutti del ventre sono una ricompensa. Come frecce in mano di un guerriero sono i figli della giovinezza. Beato l'uomo che riempie la sua freccia di questi; non avrà vergogna quando parlerà con i suoi nemici in porta." Salmo 127,3-5
Inoltre, sempre nell'interesse dei Ns figli e seguendo gli insegnamenti di San Giovanni Bosco, ci hanno aiutati nella creazione della scuola parentale; questa iniziativa, ha permesso alla nostra famiglia di crescere i figli nella fede, fin dalla tenera età. Noi avevamo smesso di pregare la sera tutti insieme, immersi nelle faccende e anestetizzati dalla televisione; sono stati i ns figli, spronati da quello che gli è stato insegnato a scuola, a pregare tutti insieme 1 Padre Nostro, 3 Ave Maria e l'Angelo di Dio; oggi a distanza di 2 anni, recitiamo 1 Padre Nostro, 1 decina del Rosario, Angelo di Dio, la preghiera dei Defunti e do loro la benedizione per un sereno riposo, grati che il Signore ci sostenga.
Oltre alla parte spirituale, che per loro è fondamentale, hanno portato freschezza e gioia insieme alle suore dell'IVE, ravvicinando parecchi giovani e famiglie a Dio, attraverso l'oratorio e catechesi.
Siamo testimoni di quello che viene insegnato nelle scuole perché seguiamo un percorso Post-Cresima e questi ragazzi sono profondamente confusi nel modo in cui devono vivere le relazioni con gli altri e la loro sessualità. Non siamo assolutamente contro lo Stato e la scuola, ma siamo critici su certe ideologie che si stanno insinuando che portano i ragazzi e i loro genitori, a dubitare di quanto scritto nella Bibbia e credere che Dio sbagli a metterci nel corpo maschile se ci sentiamo femmine e viceversa.
Infine, abbiamo partecipato al Pellegrinaggio delle 7 chiese, sulle orme del Beato Pier Giorgio Frassati, ed a pellegrinaggi a Castel Don Bosco, Medjugorje e Roma/Loreto, dove abbiamo ricevuto moltissime grazie e abbiamo vissuto dei bei momenti come famiglia e parrocchia.
Pertanto, a seguito di quanto scritto sopra, pregheremo affinché il Signore ispiri un ripensamento su questa decisione; consapevole che non siamo noi a poter cambiare le cose, ma solo il Signore può tutto.
Con fede e speranza, nell'anno del Giubileo
Famiglia Di Piazza
Buongiorno,
sono Samantha una laica, fedele, che frequenta la chiesa Maria Madre della Chiesa di Torino in via Baltimora, attualmente affidata ai religiosi del Verbo Incarnato [...]
Tutta la mia famiglia ed io siamo a disposizione della comunità religiosa, fornendo il nostro aiuto laddove sia necessario, coerentemente con i nostri impegni lavorativi/scolastici e di vita di tutti i giorni.
Grazie ai Padri ed alle Suore dell’IVE la nostra vita è cambiata, è migliorata, io sono sempre stata cattolica non praticante, non ho mai creduto in coloro che portando un abito religioso potessero pensare di poter valutare ed assolvermi dai peccati, ho sempre pensato che fossero persone comuni che avevano la presunzione di poter fare tutto ciò.
Grazie ai miei figli, all’epoca bambini, ho cominciato a frequentare la parrocchia per poi arrivare alla conversione.
I miei bambini, ora adolescenti, sono sempre stati migliori di me, mi hanno insegnato a credere e mi hanno fatto capire, grazie agli insegnamenti dei Padri e delle Suore, che mi stavo sbagliando.
Mio figlio piccolo (ora dodicenne) è chierichetto dall’età di 5 anni, per lui è normalissimo farlo e lo fa con amore verso il Signore e con una tranquillità tale che è come se lo facesse da sempre. Matthias si diverte molto durante l’oratorio e durante le feste, preferisce andare in chiesa a giocare con i Padri piuttosto di andare a mangiare un gelato con gli amici!
Mia figlia grande (ora sedicenne) è stata una Figlia di Maria, una bambina del catechismo che prima dell’oratorio del sabato confezionava, con le Suore, rosari, braccialetti, portachiavi che poi venivano messi in “vendita”, dopo le messe, in cambio anche solo piccole offerte, utili per il mantenimento della parrocchia ma orgoglio per queste bambine! Ora Rebecca fa parte del coro, suona l’organo, è aiuto catechista con Madre Maria Eleusa ed è una delle animatrici, fa tutto ciò con amore verso il Signore e Maria Santissima, ci mette tantissimo impegno e la gioia espressa dai suoi occhi ogni settimana è indescrivibile. Avendo molti impegni in parrocchia, per esempio il sabato, giorno di oratorio per i bambini, preferisce non dare la disponibilità alle partite di Volley, essendo anche un’atleta, o non uscire con le amiche!
Mio marito fa parte del servizio d’ordine ma è sempre disponibile per qualsiasi necessità, lavoro o semplice presenza.
Io pulisco, cucino prendo contatti con l’esterno in caso qualsiasi necessità, mi occupo di lavori di segreteria, mi rendo disponibile per qualsiasi sia la richiesta.
La nostra vita è molto impegnativa tra il lavoro, la scuola, le attività extralavorative ed extrascolastiche ma il nostro tempo libero è dedicato alla chiesa, senza compromettere, comunque, la socialità, abbiamo amici come chiunque altro!
Questo per dire che ciò che facciamo per la chiesa la soprattutto per il Signore e Maria Santissima lo facciamo con amore e immensa gioia e riconoscenza senza compromettere la nostra vita di tutti i giorni, non siamo fanatici succubi di qualcuno, crediamo nel Vangelo e cerchiamo di onorarlo!
Scrivo questa lettera per portare alla Vs attenzione le conseguenze di una eventuale chiusura di tutte le attività in parrocchia, soprattutto quelle riguardanti i ragazzi, essendo, i miei figli adolescenti, che vivono in un mondo per niente cattolico e credente, non avendo più un posto dove andare e non volendo ricominciare tutto in un posto sconosciuto, verrebbero “assorbiti” da questo “mondo”, frequentando, con gli amici, centri commerciali, centro di Torino, parchi e di sicuro non chiese tranne per la canonica Messa! Io spero che voi pensiate molto a questa conseguenza, alla preoccupazione di noi genitori che oggi li sappiamo in luogo sicuro e domani li avremo in giro alla mercè di chissà cosa, ve la sentite di avere i nostri ragazzi sulla Vs coscienza?
Porto anche alla Vs attenzione l’intenzione manifestata da molti genitori, sia molto credenti che non, di fare interrompere il percorso catechistico, a qualsiasi livello, dei loro figli, per la scomodità di andare in una chiesa più lontana o semplicemente per scaricarsi la coscienza pensando che se la chiesa non fa più il catechismo sono autorizzati a non perdere più questo tempo! Avete pensato anche a questo?
Spero con tutto il cuore che il Cardinale Repole e tutti coloro che hanno potere decisionale non vogliano avere sulla coscienza il destino dei bambini e ragazzi che si perderebbero con la chiusura della chiesa, il destino delle famiglie attente ai loro figli preoccupate da ciò che li circonderebbe in modo più assiduo rispetto ad oggi, il destino di chi, come me, si potrebbe, di nuovo, perdere!
Chiedo, accoratamente, che venga riconsiderata la decisione di interrompere la presenza dei religiosi della Famiglia del Verbo Incarnato nelle nostre comunità parrocchiali in Maria Madre della chiesa e Beato Piergiorgio Frassati in Torino.
Speranzosa in un ricredimento su quanto finora comunicato e ringraziando per l’attenzione prestata nella lettura di questa mia, confido nella Vs comprensione e nella Vs sensibilità pastorale affinchè la mia preghiera venga accolta come espressione di sincero bisogno spirituale di tutte le famiglie facenti parte di un popolo che ama e apprezza i suoi pastori.
Cordiali saluti
Samantha Sannicandro
Reverendissima Eminenza,
mi chiamo Simone, ho quasi 37 anni, sono sposato dal 2018 e ho tre figli, un quarto già in cielo e un quinto in arrivo. Sono parrocchiano di Maria Madre della Chiesa dal 1997.
Scrivo questa lettera con rispetto e nel dovuto spirito filiale, ma allo stesso tempo con il cuore lacerato e con la franchezza necessaria, appellandomi alla Sua prudenza, al Suo amore per la Santa Chiesa e per le anime a Lei affidate.
Con grande dolore ho appreso ufficialmente della Sua decisione nei confronti dei nostri sacerdoti del Verbo Incarnato di voler terminare il loro servizio presso la nostra comunità, e di voler sostituire la loro amministrazione con un solo sacerdote, peraltro prossimo alla pensione.
Pur nella comprensione di una azione concreta che Sua Eminenza con coraggio sta adottando per affrontare la difficile situazione della carenza vocazionale, non è intuibile la motivazione che prevederebbe l'allontanamento dalla nostra diocesi di tre giovani sacerdoti e tre giovani suore missionari, in piene forze spirituali e fisiche, che hanno portato frutti sovrabbondanti in questi pochi anni di permanenza nelle due parrocchie a loro affidate. Credo che non solo la ragione in questo faccia difficoltà ad orientarsi, ma anche solo il buon senso venga meno e pare tutt'al più un paradosso. Se questo avvenisse in una azienda si potrebbe tradurre così: più il lavoro eseguito da un team risulta eccellente, al punto da contribuire in modo significativo ad una ripresa di una realtà in caduta libera, e più si prendono provvedimenti per allontanare le risorse dall'azienda. Credo che questa situazione calata nella realtà ecclesiale, trattandosi non di fatturati ma di salvezza delle anime, sia notevolmente più grave.
Decisioni così drastiche sono giustificabili a fronte di fatti gravi o di miglioramenti significativi. La seconda si autoesclude, considerando l'inferiorità numerica e di energie del povero erede designato. Riguardo la prima invece, se sussistono questioni di tale importanza, non crede che noi fedeli avremmo tutto il diritto e il dovere di conoscerle in quanto la materia trattata è la fede e ne andrebbe della salvezza della nostra anima?
Considerata la delicata e inspiegabile situazione, noi parrocchiani avremmo gradito la Sua presenza la sera del 6 giugno. Ad ogni modo ci è stato comunicato dagli inviati il movente: una vaghissima "mancanza di sintonia" con la diocesi, che non delinea in nessun modo i contorni utili a comprendere la gravità della decisione.
Mi soffermo ora sulle modalità che avete adottato. Il concilio Vaticano II ci ha ricordato quanto siano importanti gli atteggiamenti rivolti all'ascolto, al dialogo, alla sinodalità e al coinvolgimento laicale, ribaditi da tutti i pontefici postumi e in particolare modo da Papa Francesco. Egli è stato molto incisivo nel mettere in guardia anche da certi atteggiamenti clericalisti, in cui si attua un verticalismo che poco si addice alle modalità di cui sopra. Mi permetto di domandare se il processo decisionale adottato in questo caso non sia in contrasto con quanto suggerito e fortemente promosso dal magistero ecclesiale e di cui Lei stesso desidera farsi portavoce, avendo del tutto estromesso non solo il consiglio pastorale (come ho saputo), ma l'intera comunità di fedeli delle due parrocchie coinvolte. Mi domando quindi come sia stato valutato il percorso che è stato compiuto dalla comunità, come siano state ascoltate le necessità generali e particolari di ciascuno, le testimonianze dirette di questi anni trascorsi insieme e le eventuali criticità emerse, se ce ne siano state.
L'obiettivo della riorganizzazione suppongo sia quello di cogliere il bene seminato finora e farlo fruttare, ma sfugge come sia possibile raggiungere questo traguardo privandoci degli operai in grado di farlo. Se le pecore potessero pascolarsi senza pastori, a che servirebbero dunque questi?
Posso provare ad intuire da quella "mancanza di sintonia" che forse lo stile da loro adottato non sia del tutto in linea con quello che Sua Eminenza ha in mente (nulla di più normale nella Chiesa, mi permetto di sottolineare), nonostante si mettano al centro proprio le stesse priorità da Lei segnalate all'inizio del Suo mandato e nelle varie lettere pastorali. Se questo fosse il motivo, sarebbe in contrasto con l'attitudine della Chiesa che non è chiamata ad una uniformità, ma a giungere all'unico Cristo nella diversità dei ruoli e dei carismi suscitati dallo Spirito Santo, come ci ricorda egregiamente San Paolo ma anche l'attuale Papa, che di questo ne ha fatto addirittura il proprio motto.
Dopo le criticità esposte a cui spero possa dare risposta, sono pronto a testimoniare tutta la mia gratitudine nei riguardi di questi religiosi che hanno saputo donarsi senza tregua con carità esemplare e grandissima gioia evangelica. Il loro esempio è stato una calamita per parrocchiani e non solo. Il loro amore per la Chiesa che si traduce in una totale obbedienza al magistero e al Concilio Vaticano II, il loro amore per le anime a loro affidate, la loro integrità e coerenza di vita, la loro piena e continua disponibilità fuori misura, la loro allegria costante, sono stati solo l'inizio di un percorso che ha rivitalizzato completamente una comunità. Posso affermarlo con sicurezza avendo visto susseguirsi (non sempre da vicino) le diverse stagioni della parrocchia fin da quando ero piccolo: mai avevo visto nulla di simile. Il mio cammino mi ha portato a riavvicinarmi alla Chiesa durante l'università, ma la conversione più significativa è avvenuta nel 2017. Il Signore mi ha condotto attraverso la realtà viva di Santa Rita, attraverso il prezioso corso sulle Dieci Parole al Monte dei Cappuccini, e quando sono arrivati questi sacerdoti nella parrocchia è stato il culmine del recente rinnovamento interiore perché ho visto incarnarsi il Vangelo. Nello stesso periodo la Grazia ha condotto anche mio fratello allo stesso modo; lui è passato da un ateismo a tratti agnostico allo scoprire una chiamata vocazionale al sacerdozio. La spinta decisiva è arrivata proprio dallo spirito missionario di questi religiosi, dalla perenne allegria e dono di sé mostrati, dalla grande coerenza con quanto predicato.
A partire da quegli anni, in poco tempo si è ricostituita una comunità fervente e pulsante che è diventata la nostra famiglia allargata: per noi e per i nostri figli è letteralmente la nostra seconda casa e i religiosi sono i nostri padri e le nostre madri. Come ogni buon genitore che vuole il meglio per i propri figli, loro non si accontentano di vederci buoni cristiani ma desiderano la nostra santità e se le inventano tutte pur di condurci a questo. Non posso dilungarmi sul loro operato perché non basterebbero fogli, posso solo testimoniare che i miei tre bimbi di 5, 3 e 2 anni giocano a celebrare messa, a fare processioni, desiderano essere religiosi, cantano le canzoni a Maria, conoscono le vite dei santi, pregano! Perché dunque privarci di questa linfa? Perché interrompere questo preziosissimo percorso santificante che la nostra famiglia e i nostri bimbi stanno compiendo grazie a loro?
Gesù insegna a giudicare l'albero dai frutti. Alla luce di ciò mi sento di dire con certezza che le continue e incredibili conversioni, le numerose vocazioni sorte, le copiose presenze dei fedeli, lo spirito di famiglia della comunità rinnovata nel fervore, la calorosa partecipazione ai sacramenti e alle numerose iniziative rivolte a fedeli di tutte le età: dagli anziani fino ai più piccoli, il corposo numero di laici consacrati nel terz'ordine secolare dell'IVE, le numerosissime consacrazioni alla Madonna, i bambini e i giovani che pregano e amano Cristo, la Chiesa, la Santissima Vergine, i santi, siano frutti di sufficiente chiarezza per stabilire la bontà di questo albero che vuole essere reciso.
Mi permetto ancora di sottolineare un concetto di non poca importanza, sperando sia utile a suscitare ulteriori riflessioni. Nel grande caos che purtroppo coinvolge la Chiesa in questi tempi, San Bernardo ci ricorda: "Guarda la Stella, invoca Maria!". Lei è, e sarà sempre, la stella polare che indica la direzione sicura; Lei, "senza la quale ogni sapienza diventa stoltezza"; Lei, che da sola ha distrutto tutte le eresie e gli errori del mondo intero. Come scrive il Monfort nel suo trattato, il criterio per distinguere chi segue veramente Cristo è proprio la devozione mariana, garanzia di autenticità della fede. Può dunque un ordine religioso che mira a prolungare l'incarnazione del Verbo in tutto l'uomo e nelle sue manifestazioni fare a meno di Maria, che è Colei che ha permesso proprio l'incarnazione del Verbo con il suo Sì?
Ebbene, l'IVE è un ordine squisitamente mariano. È nato da Maria perché è proprio Lei che ha dato l'ispirazione al fondatore, è stato consacrato a Maria sin dal principio, ogni membro ha come quarto voto la consacrazione a Maria secondo il Monfort (che viene vissuta e rinnovata quotidianamente e prima di ogni atto), inoltre ogni anno viene rinnovata la consacrazione di tutta la famiglia religiosa a Loreto. Può dunque una realtà che si affida sinceramente, totalmente e costantemente a Maria cadere in errori così gravi da meritarne l'allontanamento?
Eminenza, voglio rivolgermi a Lei di tutto cuore, con tanto amore e sincerità, come farei con mio padre, con mio fratello o con il mio migliore amico, pregandola di usare molta prudenza. Che non accada di trovarsi a contrastare Dio stesso pur di seguire le proprie idee, per quanto potenzialmente valide. Al termine del mandato di mons. Nosiglia ho molto pregato la nostra Santa Madre per l'elezione del nuovo vescovo e sono sicuro che la guida di Maria su di Lei non mancherà, purché ci si doni a Dio completamente e senza alcuna riserva.
In tal modo sarà Gesù stesso a portarLa nel Suo cuore come Sue membra e a vivificare la Sua anima e l'intera diocesi con la Sua stessa vita. Nella speranza che possa rivedere la Sua decisione, mi rimetto al Suo giudizio con atteggiamento di filiale rispetto e obbedienza, sapendo che, come i padri ci hanno insegnato, in essa non si sbaglia mai. La saluto cordialmente e Le chiedo di benedirci.
In Gesù e Maria,
Simone Spedicato