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Il presente verbale documenta quanto avvenuto durante l'assemblea straordinaria della comunità parrocchiale di Maria Madre della Chiesa e Beato Pier Giorgio Frassati, tenutasi il 6 giugno 2025. L'incontro è stato convocato per comunicare la decisione della Diocesi di Torino di porre fine alla convenzione con la Congregazione del Verbo Incarnato per la cura d'anime delle due parrocchie e di ridefinire l'organizzazione pastorale sul territorio.
Durante l'assemblea, i fedeli hanno espresso un profondo disagio e rammarico per la decisione, chiedendo con forza chiarezza e trasparenza riguardo ai motivi dell'allontanamento dei sacerdoti e delle suore dell'IVE. Le testimonianze raccolte evidenziano l'impatto positivo e la profonda gratitudine della comunità per l'operato della Congregazione negli ultimi anni, sottolineando la rinascita della fede e la vitalità delle parrocchie.
Nonostante le risposte fornite dai delegati diocesani, i fedeli hanno ribadito l'insoddisfazione per la giustificazione di una generica "mancanza di sintonia". Le domande persistenti riguardano la sinodalità in questa decisione, il mancato coinvolgimento della comunità parrocchiale e la necessità di comprendere se la "distonia" richiami questioni marginali o, al contrario, principi essenziali della fede.
Questo verbale intende pertanto non solo documentare lo svolgimento della riunione, ma anche ribadire la pressante richiesta della comunità di ottenere risposte concrete e dettagliate da parte della Diocesi, al fine di salvaguardare il bene spirituale dei fedeli e la continuità di un cammino di fede fruttuoso.
Verbale assemblea della comunità parrocchiale di Maria Madre della Chiesa — Torino
Il giorno 6 giugno 2025, alle ore 21, presso la Chiesa di Maria Madre della Chiesa, sita in Torino, Via Baltimora, 85, si riuniscono i fedeli della medesima parrocchia. Partecipano all’assemblea anche i fedeli della parrocchia Piergiorgio Frassati, con sede in Torino, Via P. Cossa, 280, essendo entrambe affidate ai sacerdoti della Congregazione del Verbo Incarnato, a seguito di Convenzione tra la medesima congregazione e la Diocesi di Torino, dell’anno 2017.
Oggetto della riunione è la comunicazione da parte della Diocesi di Torino della nuova organizzazione delle parrocchie, che coinvolge anche le due sopra indicate, nonché del recesso, da parte dell’arcivescovo di Torino, della convenzione con la Congregazione del Verbo Incarnato per la cura d’anime delle due parrocchie.
È presente il parroco, Padre Giuseppe Calvano, il padre Danilo Palumbo co-parroco, e Padre Alessandro Parrella, tutti sacerdoti della Congregazione menzionata. Sono presenti pure le religiose Serve del Signore e della Vergine di Matara (ramo femminile della medesima Congregazione): Suor Potens, Madre Eleusa, Suor Dulce Cristo. Sono presenti Don Mario Aversano, vicario episcopale, padre Ugo Pozzoli, delegato arcivescovile per la vita consacrata, don Alberto Savoldi, moderatore delle unità pastorali 17 e 19.
Verbalizza lo svolgimento della presente riunione Carmelo Leotta che informa di ciò l’assemblea chiedendo che le persone, prima di intervenire, dicano il loro nome.
Alle ore 21 prende la parola il parroco, Padre Calvano, che presenta Padre Ugo Pozzoli, don Alberto Savoldi, don Mario Aversano. Alle 21.04 padre Ugo guida una preghiera, cui prende parte l’assemblea.
Alle 21.08 prende la parola Don Mario Aversano che porge un cordiale saluto alle comunità parrocchiali di Maria Madre della Chiesa e del Beato PG Frassati. Presenta i sacerdoti presenti e comunica della presenza tra i fedeli di Arturo Gerbi, responsabile della pastorale della famiglia.
Don Mario Aversano comunica che viene ad ufficializzare che dal 1° settembre prossimo si concluderà la presenza dei sacerdoti e delle suore della Congregazione del Verbo Incarnato presso le due parrocchie e che è venuto a informare di questa decisione i fedeli. Riferisce che il Vescovo Cesare Nosiglia poté contare nel 2018 sulla presenza dei sacerdoti e delle suore del Verbo Incarnato, cui vennero affidate due parrocchie non limitrofe e che a seguito di questo si sono instaurati dei legami di fraternità tra i fedeli delle stesse. Tuttavia, in occasione della nuova organizzazione delle parrocchie nella Diocesi, nel rispetto degli orientamenti del Vescovo S.E. Card. Roberto Repole sul modo di ripensare la presenza della Chiesa sul territorio, per ciascuna delle parrocchie è prospettato ora un cammino con pastori distinti che lavorino ciascuno all’interno delle unità pastorali di riferimento.
Riferisce anche come in questi anni Padre Giuseppe Calvano, Padre Danilo Palumbo, Padre Alessandro Parrella partecipassero agli incontri dell’unità pastorale sia di Lucento che di Santa Rita.
Per i fedeli delle due parrocchie in questione è previsto quindi ora un cammino diviso che avrà come nuovi parroci di riferimento: don Igino Golzio, 75 anni, prima parroco di due comunità a Venaria, la comunità di Savonera e la comunità di Santa Gianna Beretta Molla che sarà ora il nuovo pastore della comunità parrocchiale di Maria Madre della Chiesa; e don Mauro Gaino, 60 anni, attualmente a Savigliano e Monasterolo di Savigliano, il futuro parroco della parrocchia Frassati e di S. Bernardo e Brigida e S. Ambrogio.
Don Mario Aversano spiega che a Torino ci sono ancora numerose parrocchie con un parroco esclusivo, ma questa situazione sta cambiando per carenza di vocazioni. Spiega che sarà molto probabile che, dopo la presenza di don Igino, anche a Maria Madre della Chiesa non ci sarà più un solo parroco dedicato. Don Mario spiega che uno dei compiti del prossimo anno sarà trovare punti di contatto, delle possibilità di lavoro in ordine a quelli che sono gli orientamenti pastorali che il Card. Roberto ha dato per i vari ambiti della vita pastorale, come la catechesi, la pastorale giovanile, la carità, affinché possano essere ambiti comuni. Ribadisce che è molto probabile che da qui a poco, dopo la presenza di Don Igino, ci possa poi essere un solo parroco per più comunità, comunità che potrebbero essere due o tre. Di fatto, quindi — dice — si tratta di parlarne adesso perché quello che si realizzerà potrebbe avvenire in tempi brevi.
Don Mario Aversano manifesta consapevolezza per i due motivi di sofferenza delle comunità: il primo motivo, per la fine della presenza della Congregazione presso le due parrocchie; il secondo motivo, per la fine di un cammino in molte cose condiviso tra le due comunità, Maria Madre della Chiesa e Beato PG Frassati, ora destinate a un percorso specifico ciascuna nella propria unità pastorale.
Riferisce ai fedeli che si sarà chiamati, come comunità cristiane, a collaborare con altre per poter in un territorio più ampio portare l’annuncio del Vangelo, attraverso nuove forme di collaborazione; manifesta altresì il desiderio di ascoltare la comunità parrocchiale soprattutto invitando a raccontare le cose positive che le parrocchie hanno vissuto in questi anni al fine di consegnarle alla diocesi e ai nuovi parroci poi chiamati a guidarle.
Ribadisce che viene fatto un verbale dai fedeli e comunica che lui stesso prenderà appunti.
Don Alberto Savoldi prende ora la parola come moderatore della seconda parte della riunione, dedicata all’ascolto dei fedeli e invita i fedeli che lo desiderano ad intervenire, raccomandando interventi ordinati.
Seguono gli interventi dei fedeli.
Interviene Armando Crisafi che intende testimoniare il bene operato dai padri dell’IVE presso la parrocchia; quindi racconta che, grazie al ministero svolto presso la parrocchia Frassati dai padri dell’IVE ha ripreso la frequentazione costante dei sacramenti; racconta poi la vicinanza a lui e a sua moglie, dei padri e della comunità parrocchiale durante la malattia del figlio e ringrazia anche per le preghiere che sono state fatte dai sacerdoti della diocesi; quindi chiede se ci sarà, in considerazione dello spostamento dei sacerdoti dalle due parrocchie, uno spazio per la Congregazione nella Diocesi di Torino, anche in considerazione della crisi del numero di sacerdoti.
Interviene Alba Miceli che afferma che, essendo stata la presenza della Congregazione presso Maria Madre della Chiesa un’esperienza positiva, tale esperienza positiva debba essere reiterata, non interrotta. Segue applauso della comunità. La stessa fedele intende testimoniare la rinascita della fede nella parrocchia e afferma che in molti nella parrocchia è rinata “quella domanda di Dio sopita che da anni non sentivamo più”. Dà atto del grande impegno di energie, anche fisiche, dei padri e delle suore e dice: “Hanno cercato di aiutare, grandi, piccoli, tutti. Per tutti c'è stata una parola che ha fatto crescere”. Chiede che questa esperienza positiva non si fermi e che i sacerdoti e le suore non siano spostati. Ringrazia per l’ascolto.
Interviene Kevin Kilcoyne il quale lamenta che tutto sia stato già deciso prima della riunione e manifesta perplessità sul fatto che un solo sacerdote possa gestire le anime di 4 parrocchie.
Interviene Luigi Napoli che manifesta il proprio disagio cagionato dalla fine del ministero dei padri dell’IVE presso la parrocchia. Afferma che i tre sacerdoti, padre Calvano, padre Palumbo e padre Parrella hanno effettivamente adempiuto il mandato di N.S. Gesù Cristo di pascere le pecorelle. Lamenta il fatto che il card. Repole non abbia dato personalmente la notizia alle comunità e non abbia mai visitato la parrocchia Maria Madre della Chiesa mentre in passato la parrocchia era stata visitata dai vescovi precedenti, in particolare dal card. Pellegrino, dal card. Poletto e dal vescovo Nosiglia. Seguono applausi dei fedeli.
Don Alberto Savoldi invita a mantenere un clima tranquillo.
Interviene il prof. Alessandro Cordella a reiterare il medesimo invito e richiede a Don Alberto di voler rispondere alle domande già poste.
Don Alberto dà la parola a un’altra fedele: Marilena Surico, la quale domanda come mai le comunità parrocchiali non siano state coinvolte in questa decisione. La signora ricorda che il Concilio Vaticano II invita i fedeli laici alla partecipazione della vita della Chiesa e chiede, pertanto, ai sacerdoti inviati dal Cardinale a comunicare le decisioni di questa sera, se essi stessi non pensano che questo principio sia stato pretermesso.
Interviene Elena Maria Musso e testimonia il suo apprezzamento per il card. Repole conosciuto in occasione di una celebrazione svolta in RAI, dove l’intervenuta lavora. Poi domanda come mai la Diocesi abbia deciso di mandare via 3 sacerdoti giovani, visto che mancano le vocazioni sacerdotali, e di assegnare la parrocchia a un sacerdote di 75 anni. Racconta la sua esperienza come mamma che prega per le vocazioni, non solo dei propri figli ma anche dei figli degli altri. Segnala i frutti del ministero dei sacerdoti IVE nell’educazione alla fede dei bambini e racconta che i bambini sanno pregare il Rosario, a differenza di molti altri che, al giorno d’oggi, nemmeno sanno farsi il segno della croce. Manifesta perplessità per il fatto che si dica spesso invece che le chiese sono vuote e non c’è fede.
Dopo i vari interventi seguono talora applausi dei fedeli e talvolta si rende necessario un richiamo all’ordine; raccolto il primo gruppo di domande/testimonianze, Don Alberto Savoldi prende la parola e la passa a don Mario Aversano per le risposte.
Don Mario Aversano risponde dicendo di essere consapevole che le risposte che darà non saranno capaci di corrispondere all’intensità dell’affetto dei fedeli; che dai primi racconti emerge il molto bene che è stato condiviso e la molta grazia che c’è stata nell’operato della Congregazione nelle due parrocchie. Continua poi dicendo che ci si è incontrati con i padri in alcune occasioni per parlare su certe questioni specifiche e che però “non sono oggetto di dibattito della serata perché sono dentro un contesto di riservatezza”. In particolare, invoca una questione di rispetto della coscienza per cui non è possibile entrare nello specifico di singole questioni.
I fedeli insistono nel chiedere di sapere i motivi dell’allontanamento della Congregazione.
Il Prof. Cordella, che intanto assume un ruolo di moderatore degli animi dei fedeli, li richiama invitandoli a lasciar finire di parlare Don Mario Aversano.
Don Mario Aversano riprende a parlare e dice che “non siamo riusciti ad entrare in sintonia con i padri del Verbo Incarnato rispetto a quelli che sono i criteri che il Vescovo ci ha dato per questo ripensamento sul territorio della Diocesi”. Dice poi che ha usato l’espressione “non siamo riusciti” perché anche loro si mettono in gioco in questo, perché le relazioni si costruiscono sempre tra più soggetti.
Il Prof. Cordella invita i fedeli a mantenere il silenzio ricordando che “siamo davanti a Gesù Eucarestia”.
Don Mario Aversano riprende a parlare e dice che non entreranno nel merito di singole questioni poiché le occasioni per poterlo fare ci sono state, da ultimo nella settimana passata quando l’Arcivescovo ha incontrato il padre provinciale dell’IVE. E riferisce che è quello il contesto in cui sono maturate le decisioni relative alla conclusione della presenza dell’Istituto nella Diocesi di Torino. Chiarisce, comunque, rispetto a una delle domande poste, che non ci sarà il trasferimento in un’altra parrocchia, in un’altra comunità della Congregazione dell’IVE, ma che terminerà il loro ministero in Diocesi.
Ripete poi che è consapevole del fatto che le risposte che darà non soddisferanno i fedeli, perché com’è stato fatto notare dal fedele di nome Kevin, “le decisioni sono state già prese a fronte di un percorso precedente che non ha ingaggiato tutti quanti in un discernimento e quindi questo incontro espone alla frustrazione”. Riferisce però che “delle persone che sono state coinvolte sì, ci sono state”.
Dice che non crede che le altre volte in cui sono avvenuti dei cambiamenti nella comunità vi siano state delle persone che siano venute a comunicare ai fedeli questi cambiamenti, scegliendo di discuterne in un’assemblea parrocchiale che è stata preferita all’incontro con il solo consiglio pastorale, e ribadisce che sono consapevoli di non dare soddisfazione alla frustrazione dei fedeli in quanto la decisione mortifica il bene che i fedeli sentono, che è stato condiviso e che è fiorito nella comunità.
Dice che però loro sono venuti perché hanno desiderato “metterci la faccia” e hanno voluto esprimere le decisioni direttamente all’assemblea delle due parrocchie in modo che la notizia fosse comunicata prima di pubblicarla sul settimanale diocesano e poi sul sito. Hanno invece voluto incontrare i fedeli e padre Giuseppe in Chiesa, anche perché, dice Don Mario Aversano, rimane la questione di dare continuità al bene che c’è stato. Chiarisce ulteriormente che nei prossimi anni non sarà possibile che ogni parrocchia si regga da sola per mancanza di vocazioni ma anche a causa dell’“esigenza della missione che oggi ci richiede un modo diverso di stare sul territorio”.
Interviene il prof. Cordella. Dice che lui è presente nella parrocchia da quando è nato e che in tutti questi anni che ha vissuto la parrocchia non c’è mai stata la necessità di qualcuno che venisse a dare questo tipo di comunicazioni perché Don Salvatore, primo parroco, è morto; Don Matteo e Don Felice al compimento dei 75 anni andarono in pensione; Don Enrico, che venne in seguito, morì. Venne poi don Francesco Saverio Venuto, parrocchiano, a essere amministratore parrocchiale, e dopo di questo venne l’attuale Monsignor Marco Prastaro, allora VET della zona, a comunicare l’arrivo dei padri. Dice poi “io sono stato presente a tutte le vicende che coinvolgono questa parrocchia”.
Interviene don Alberto Savoldi. Dice che “effettivamente è difficile da digerire” ma che “anche nella storia della comunità c’è un filo rosso che tiene il Signore nelle cose e nei passaggi”.
Riprendono gli interventi dei fedeli.
Interviene un fedele, di cui non si comprende il nome, e porta la sua testimonianza di persona che frequenta la parrocchia pur non essendo fisicamente vicino alla parrocchia poiché la sua parrocchia è Natale del Signore. Dice che da quando è morto don Romolo la sua parrocchia ha subito un lento declino. Dice che per grazia di Dio però è stato condotto a Maria Madre della Chiesa. Dice che conosce bene anche la realtà di Santa Rita. Dice che “lo Spirito di Verità parla in maniera chiara, schietta, trasparente”. Dice che i fedeli non ce l’hanno con il Cardinale e nemmeno con i suoi delegati che sono venuti a parlare all’assemblea. Dice che i padri del Verbo Incarnato hanno fatto quello che diceva papa Francesco, “i pastori sono andati in uscita” in maniera instancabile, senza orari. Dice che i fedeli vorrebbero che il Cardinale venisse a Maria Madre della Chiesa per fargli capire che si sbaglia. Dice poi che “l’unica sintonia che ci deve essere è quella con le Sacre Scritture. Non ci sono altre sintonie”.
Applausi dei fedeli presenti.
Interviene Domenico Trimboli che frequenta la parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati. Dice che da casa sua e di sua moglie ci sono cinque parrocchie prima di arrivare alla Frassati ma che la sua famiglia va lì perché lì si trova bene e ama quella parrocchia. Afferma che con i padri hanno fatto tante cose negli anni. Dice che la presenza alla riunione non è motivata dalla scelta di compiacere la diocesi ma dal rammarico che i fedeli provano per la decisione del Vescovo. Manifesta profondo rammarico per il fatto che prima di prendere decisioni di questo tipo non si sia parlato con la comunità parrocchiale. Infine, dice che ai fedeli non interessano le decisioni che siano politiche, amministrative, economiche ma che è la fede che conta.
Intervengono i bambini della scuola parentale Beato Pier Giorgio Frassati che manifestano il desiderio di leggere una lettera scritta per il Vescovo (di cui si riporta il testo trascritto per intero, in calce al verbale). La lettera viene poi consegnata a don Alberto Savoldi.
Applausi e commozione dei presenti.
Interviene una fedele di cui non si è inteso il nome, che dice che vi è una continuità tra quanto accaduto con la chiusura di Santa Maria di Piazza e quanto sta accadendo alle comunità di Maria Madre della Chiesa e Beato Pier Giorgio Frassati. Ritiene che Santa Maria di Piazza sia stata chiusa in violazione delle norme ecclesiastiche, del codice di diritto canonico, della moralità religiosa e della trasparenza. Dice che ha chiesto un accesso agli atti che ancora non gli è stato autorizzato e che ha più volte chiesto un colloquio con il Vescovo che non l’ha mai ricevuta. Dice anche di non essere stata ricevuta da Padre Ugo Pozzoli.
Don Alberto Savoldi richiama la fedele all’oggetto di pertinenza della riunione. Anche i fedeli la invitano a trattare del tema della riunione.
Interviene Franca Maria Gullace, mamma di Armando Crisafi, della parrocchia di San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Riferisce che le capita di frequentare sia la parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati che Maria Madre della Chiesa e che per questo vuole testimoniare la grande disponibilità dei sacerdoti, in particolare con i suoi parenti ammalati, amministrando loro tutti i sacramenti necessari con sollecitudine. Riferisce che quando il nipotino, Giovanni Paolo, era in ospedale, i sacerdoti del Verbo Incarnato erano disponibili “notte e giorno” e “sempre presenti”. Ci tiene a ringraziare pubblicamente i padri.
Interviene Valeria Spataro che legge una lettera scritta dai genitori ai padri del Verbo Incarnato in occasione delle Cresime dei figli celebrate il 25 maggio 2025. Si riporta il testo trascritto per intero:
In questo giorno speciale vorremmo ringraziare per il Dono di questi Padri (Padre Giuseppe, Padre Danilo e Padre Alessandro) e queste Suore (Suor Incoronata, che ora è a Roma, Suor Potens e Madre Eleusa).
Siamo diventati famiglia unita con la vostra guida. E il bene che ci fate si vede dai frutti.
oggi i nostri bimbi e i nostri ragazzi sono qui consapevoli veramente del Dono che ricevono
pregano tutti i giorni
sanno chi è il Signore e che si possono fidare di Dio padre, di Gesù e di Maria
ci sono vocazioni che nascono
conversioni
famiglie che si uniscono
bambini piccoli che fanno a gara per dire il Rosario insieme Grazie grazie grazie perché siete padri e madri per noi. Sappiamo tutti noi che se abbiamo qualche difficoltà nella nostra vita, possiamo venire da voi e, con Gesù, ci aiutate a trovare una soluzione. Ve ne inventate sempre una per farci sentire l’Amore di Dio per noi
evangelizzazioni
pellegrinaggi
testimonianze
incontri con i genitori
la scuola
catechesi anche per i giovani e per gli adulti
incontri per gli anziani
ritiri Ma soprattutto conoscete TUTTI i nostri nomi! Ci sentiamo amati da voi e siete il riflesso di quanto il Signore ci ami. Siete una ventata di luce nelle nostre vite. Quindi grazie a voi ma soprattutto grazie a Dio per voi!
Applausi dei fedeli presenti.
Interviene Alberto Masoero e manifesta il dubbio che in Diocesi non si conosca l’operato positivo dei sacerdoti e delle suore dell’IVE. Poi rivolge le domande: dov’è la sinodalità in questa decisione? In che modo i laici, che si dice di valorizzare, sono stati ascoltati? Chiede con rispetto di rivedere la decisione, essendo ancora in tempo al fine di non demolire due comunità “vive e splendide”.
Da più parti i fedeli chiedono dove sia la sinodalità in questa decisione. Viene riportata l’assemblea al silenzio dall’intervento di un bambino Giovanni Mannella che dice che “è molto brutto vedere una persona che a te è molto speciale che viene mandata via” e dice anche: “non ho ancora capito e non capirò mai perché i grandi devono decidere tutto da soli”.
Applausi dei fedeli. Interviene Samantha Sannicandro che vuole testimoniare che le due comunità non siano solo due chiese unite ma siano “una famiglia”. Racconta che prima non credeva a nulla di tutto ciò che riguardava la Chiesa, ma che poi è arrivata nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa e ha conosciuto “persone grandissime, i padri, le suore e tutte persone buone”. Dice di non capire in che modo loro non siano coerenti con quello che la diocesi vuole. Solleva due questioni e dice: “senza nulla togliere a don Igino, ma un sacerdote di 75 anni può correre dietro un pallone con i nostri figli? Può andare a fare le gite insieme a loro? Può fare le catechesi tutte le settimane mangiando con loro?”. Dice che lei stessa non ce la farebbe se avesse quell’età. Poi chiede “ma tutte le testimonianze che sono state date, sono servite a qualcosa?”. Vuole capire se tutto questo verrà fatto presente al Cardinale e se lui verrà ad ascoltare i fedeli e fornire spiegazioni più concrete perché “quello che è stato detto adesso non è concreto e non è funzionale per una comunità, soprattutto se il fine è tenere i giovani in Chiesa”.
Applausi dei fedeli.
Interviene il prof. Cordella che sollecita i delegati della Diocesi a fornire risposte alla luce delle numerose domande che sono state poste. Interviene Jennifer Palomino che fa un intervento in spagnolo e dice in spagnolo che è una mancanza di rispetto venire in un posto e non dare una motivazione alla domanda sul perché si mandano via i sacerdoti senza prima aver consultato le persone, dicendo che si mandano via i sacerdoti perché c’è mancanza di sintonia. Cosa è questa sintonia che manca? Racconta che ha spostato il figlio dal catechismo da Santa Rita perché gli avevano insegnato solo il Padre Nostro che però il figlio già conosceva poiché lei glielo aveva già precedentemente insegnato.
Prende la parola Padre Ugo Pozzoli che interviene sulla questione di Santa Maria di Piazza dicendo che, contrariamente a quanto affermato in assemblea, è stata data risposta alle richieste di dialogo e, in ogni caso, le due situazioni non potevano assolutamente essere comparate. Padre Pozzoli ha poi ribadito quanto già espresso da don Mario Aversano, cioè, che quanto condiviso nelle sedi opportune in merito alle ragioni che hanno creato la mancata sintonia nei rapporti fra Diocesi e Istituto del Verbo Incarnato non sarebbe stato oggetto di discussione durante la serata. Si è dichiarato dispiaciuto dal fatto che venissero usati toni e affermazioni come, ad esempio: “le vostre cose diocesane a noi non interessano”, che tradivano la mancanza di un senso di chiesa più ampio. Infine, portando la sua esperienza di governo in un Istituto di vita consacrata, ha anche affermato che può capitare che i rapporti fra una Diocesi e un Istituto religioso debbano interrompersi per, appunto, mancanza di sintonia.
Prende la parola Don Mario Aversano a proposito del coinvolgimento dei laici. Dice che è rimesso a chi guida la comunità attivare “le risorse laicali, i carismi, le presenze religiose”. Invita a guardare al futuro.
Interviene poi Don Alberto Savoldi: il Vescovo ha chiesto che venga aumentato e favorito lo scambio nelle comunità. Avverte che adesso c’è una equipe di laici incaricati, che forse la situazione si amplierà ancora.
Gli interventi dei delegati sono interrotti a più riprese, pur con lo sforzo di altri fedeli al mantenimento di un confronto moderato.
Interviene una fedele anziana della parrocchia e racconta della sua crisi religiosa a settant’anni. Domanda le ragioni dell’allontanamento dei sacerdoti.
Interviene Rosanna Grinzato, parrocchiana e catechista della parrocchia Frassati. Racconta di come abbiano dedicato, insieme con altri catechisti, incontri interi a studiare e a leggere gli orientamenti per la catechesi dell’Arcivescovo. Racconta di come, mano a mano che leggeva, pensava “che bello, questo già lo facciamo da otto anni! Che bello, anche su questo siamo già in linea!”. Racconta poi che, dopo tutte queste ore di incontri, i padri del Verbo Incarnato rimanevano ancora fino a tarda sera ad ascoltare le sue preoccupazioni sul domani per i suoi figli, instancabili, mai arrabbiati, sempre accoglienti. Fa riferimento poi ad un passo del Vangelo in cui si dice “dai frutti riconoscerete l’albero” e dice che qui ci sono ceste piene di frutti buoni e dice anche “come potete tagliare via questo albero?”. Dice che il problema non è per la famiglia dei padri e delle suore perché loro andranno a fare tanto bene da un’altra parte, ma per i fedeli. Racconta di come il Vescovo abbia richiesto almeno una formazione mensile e loro, grazie ai padri, ne facciano almeno tre. Chiude dicendo che è molto dispiaciuta che il Vescovo tenga riservati i motivi di conflitto perché i fedeli ritengono tale silenzio una mancanza di coinvolgimento della comunità.
Applausi dei fedeli.
Interviene Carmelo Leotta il quale manifesta preoccupazione per il fatto che il criterio per il quale si è deciso di allontanare la Congregazione, come ha spiegato Don Mario Aversano, sia stata la mancanza di sintonia. La mancanza di sintonia, infatti, ritiene non possa essere un motivo sufficiente e anzi sia un criterio mortificante della libertà e delle caratteristiche dei singoli o dei gruppi, ritenuti distonici. Rappresenta, mutuando l’esempio dalla propria esperienza lavorativa (docente universitario) che se un simile criterio (mancanza di sintonia tra singoli e istituzione/datore di lavoro) fosse adottato in un contesto di pubblica amministrazione, sarebbe ritenuto, non solo inaccettabile, ma fonte addirittura di conseguenze, disciplinari e in certi casi anche penali, perché segno di un’ingerenza dell’istituzione nei confronti del singolo e delle sue peculiarità.
Interviene Stefano Manganaro, inserendosi in quanto detto nell’intervento precedente, manifesta anch’egli preoccupazione perché se la mancanza di sintonia arriva ad un punto di profondità tale da giustificare un allontanamento dalla Diocesi, vuol dire che l’elemento della sintonia non attiene aspetti marginali o secondari, ma a qualcosa di più profondo ed essenziale. Dice che non si tratta di essere semplicemente affascinati o meno da un carisma, verso il quale un eccesso di affetto “non sarebbe neanche pienamente cattolico” poiché oggi c’è un sacerdote, e domani ce n’è un altro. Ritiene piuttosto che la questione sia un’altra e cioè che se questi sacerdoti sono ad un punto di distonia tale da meritare l’espulsione, nonostante la carenza di sacerdoti, vuol dire che quella sintonia attiene ad argomenti essenziali ed è per questo, a suo avviso, che “la trasparenza deve essere assoluta”. Manifesta profondo rispetto verso il Cardinale e i membri della diocesi e interpreta il suo come un servizio alla Chiesa; pone una questione finale: se questa mancanza di sintonia non riguarda argomenti marginali ma temi essenziali, è necessario che ci sia la massima chiarezza e trasparenza perché ne va anche del bene spirituale dei fedeli che hanno attinto da un insegnamento che chi ha assunto la decisione dell’allontanamento ha ritenuto tanto distonico da meritare un trattamento tanto severo. Conclude dicendo che è necessario che l’autorità ecclesiale dica se questo insegnamento ricevuto è autentico o non è autentico perché allora diventa un problema che attiene la fede, non solo più un problema di organizzazione ministeriale.
Applausi dei fedeli.
Interviene Federica Ongaro, 22 anni, mamma di una bambina di 5 anni e racconta la sua esperienza e di tutti i sacrifici che i padri e le suore hanno fatto per lei e per la sua famiglia, di come abbiano sempre cercato di mettere del bene tra le famiglie, di come si occupino di bambini, giovani, adulti, anziani. Racconta che tutti i giorni c’è l’adorazione eucaristica e il rosario prima della Messa e il primo venerdì del mese l’adorazione continuata tutto il giorno. Dice che il motivo per cui ha deciso di frequentare questa parrocchia è che a Maria Madre ha trovato Dio non a parole ma con i fatti e che i padri sono “esattamente in linea con tutto quello che la Chiesa proclama”. Si chiede poi dove manderà sua figlia visto che nelle scuole dominano ideologie che sono in contrasto con l’insegnamento della Chiesa e del Vangelo. Conclude dicendo che chi decide per l’allontanamento di questi pastori assume la responsabilità di porre a rischio la perseveranza di tante anime. La giovane mamma porge a nome di tutti le scuse se nel corso di questa riunione si sono usati toni inopportuni.
Applausi dei fedeli.
Prende la parola Don Mario Aversano e precisa che i padri non vengono espulsi poiché con la Congregazione è stata fatta una convenzione che si poteva recedere da entrambe le parti. Don Mario Aversano dice che quello che sta avvenendo è un normale avvicendamento. Non ci sono state violazioni del diritto canonico.
Interviene il prof. Alessandro Cordella portando all’attenzione dei delegati del Cardinale che le risposte date non risultano esaustive rispetto alle questioni poste dai fedeli circa le ragioni dell’allontanamento dei padri e delle suore dell’IVE. Precisa che i padri e le suore del Verbo Incarnato, seppur oggetto della questione, non sono e non sono mai stati parte attiva in questa richiesta di chiarimenti così determinata dei fedeli poiché hanno sempre obbedito a quanto è stato loro ordinato. Tuttavia, continua il Cordella, siccome questo è il tempo dei laici, i fedeli delle due parrocchie prenderanno le iniziative che riterranno opportune nel rispetto dell’autorità ecclesiale locale. Infine, rispondendo a quanto prima detto da Don Mario Aversano circa la mancanza di sintonia tra i sacerdoti dell’IVE e la Diocesi, conclude dicendo che “nella Chiesa non si possono avere opinioni diverse, o c’è Cristo o non c’è Cristo”. Applausi dei fedeli.
L’assemblea si conclude alle ore 23 circa con un momento di preghiera guidata da don Alberto Savoldi, cui partecipano tutti i fedeli. Nonostante il clima a tratti vivace della riunione, tutta l’assemblea conclude in preghiera. Il presente verbale, in n. 9 pp. (e lettera allegata) è redatto da Carmelo Leotta ed è sottoscritto per approvazione oltre che dal verbalizzante dal padre Giuseppe Calvano, da Don Mario Aversano e da padre Ugo Pozzoli.
Torino 6 giugno 2025
p. Giuseppe Calvano Don Mario Aversano Carmelo Leotta